logo

Basket

Quel Lincoln sembra Buffa

Stefano Olivari 04/02/2013

article-post

E’ probabile che Steven Spielberg non conosca Federico Buffa, anche se è teoricamente possibile che i due si siano incontrati per caso qualche volta a Los Angeles. Però il suo Lincoln, interpretato da Daniel Day Lewis, è clamorosamente simile al commentatore di Sky: non tanto nella realtà (non lo conosciamo di persona) o nelle sue ipnotiche ed imperdibili telecronache (lì non lo vediamo) in coppia con Flavio Tranquillo, ma nella sua versione ‘Federico Buffa racconta’ che da qualche mese sta andando in onda. Il Lincoln portato sullo schermo da Spielberg ha il pregio dell’originalità, visto che il film si concentra più sull’iter parlamentare per arrivare all’abolizione della schiavitù che sulla milionesima storia della guerra di Secessione. E l’interpretazione del protagonista, che dall’aspetto potrebbe benissimo essere cugino dell’autore di Black Jesus, è da probabile Oscar. Il tocco buffiano di Spielberg è quello di alleggerire il racconto, visto che che su segregazione razziale e centinaia di migliaia di morti non si può certo scherzare (almeno in pubblico), inventandosi un Lincoln macchina a getto continuo di storielle e di aneddoti, che disorientano i ‘colleghi’ ma ammaliano il pubblico. Non sappiamo ovviamente se Lincoln fosse così anche nella realtà, ma la trovata del genio di Duel (i più fighi dicono che il miglior Spielberg è quello di Duel, noi da bravi follower ci accodiamo: un po’ come quando con un bicchiere di prosecco in mano diciamo che il romanzo è morto…) è davvero buona e fa passare in secondo piano alcuni aspetti del presidente  assassinato nel 1865 che in altri film vengono trattati con l’accetta o addirittura ignorati, mentre il ‘commerciale’ Spielberg li butta lì pur senza farci girare intorno la storia. Esempi: il fatto che Lincoln non fosse di base contrario alla schiavitù, né tantomeno al diritto di secessione di uno stato, e che fosse, rullo di tamburi, repubblicano! Il primo presidente repubblicano degli Stati Uniti, fra l’altro, con doveroso asterisco: all’epoca il partito era stato fondato da pochi anni e tutelava gli interessi di piccoli imprenditori, agricoltori e ceti industriali ed era inesistente negli stati del Sud dove invece dominavano i democratici (anche loro ben diversi da quelli di oggi). Discorsi troppo seri, certo è che chi ha visto il film si aspettava da un momento all’altro di ascoltare Lincoln parlare di Rick Majerus o di Rasheed Wallace. Giudizio finale: tre stelle (out of cinque), per l’abuso di furbizie del mestiere.

Potrebbe interessarti anche

  • preview

    La stessa fede di Carnesecca

    Oscar Eleni nel labirinto della stazione romana Tiburtina, aiutando i compagni di viaggio a non maledire proprio tutti i 200 cantieri incompleti che aspettano i giubilanti in mezzo a tanti maledicenti con gli occhi dei leoncini appena nati in Tanzania. Ci vorrà tempo per metabolizzare la giornata nel tempio del palazzo acca, Malagò regnante, con […]

  • preview

    Sfortuna sui tiri aperti

    Oscar Eleni sul letto di ortiche dove ci costringe la passione per chi gode accontentandosi di vestire disastri con il sorriso. Lo sa anche il pinguino messo fuori dal branco perché il melanismo delle isole atlantiche georgiane gli ha cambiato colore e per il resto della tribù resta un diverso. Notte insonne e insana dopo […]

  • preview

    Il canto del Galloway

    Oscar Eleni in fuga nelle Azzorre per non sentire i fischi alla Marsigliese, una buona scusa  per non guardare il “nuovo calcio” dentro San Siro nel giorno in cui tutte le feste sono dedicate a Sinner su reti unificate, con visita pastorale finale anche da Fazio, l’unico teatro dove sembra possibile dire ancora qualche verità […]

  • preview

    Il Muro della pallacanestro

    Lo spazio per i nostri e vostri commenti sulla pallacanestro italiana e internazionale, resistendo (ma anche no, perché questo è uno dei pochi sport in cui la nostalgia è fondata) al mantra ‘Una volta era tutto meglio’.

  • preview

    Vincere con Librizzi

    Oscar Eleni in testa al corteo che cerca di proteggere i poveri macachi fuggiti dalle celle dove vivevano come cavie. Siamo nel Sud Carolina e la fuga c’entra con le torture nel nome della scienza, non certo con le votazioni presidenziali. La polizia chiede alla gente di tenere porte e finestre chiuse, escludendo però che […]

  • preview

    Fango contro il Re

    Oscar Eleni fra le capanne colorate del Suffolk insieme agli indiani Cuna che, fuggendo da un‘isola panamense, hanno tirato fango verso il re, le autorità, senza ancora sapere che questa rivolta avrebbe ispirato altre proteste. Lo hanno scoperto a Valencia il Re di Spagna e il suo primo ministro davanti a gente furiosa, stanca di […]

  • preview

    Brooks Brothers

    Oscar Eleni respinto dai buttafuori mentre pretendeva di entrare a vedere il tramonto all’Idroscalo di Milano dove tutto cambia in un attimo meno l’orario fisso dei petardi fatti scoppiare nella notte e la crisi dei suoi campioni dello sport. Una passione insana per la beatificazione dei santi, cosa difficile nello sport, e la commemorazione dei […]

  • preview

    Bronny James ridicolo

    Bronny James è ridicolo? Sì, ma è un ridicolo con un perché. Come tutti sanno, l’altra notte il figlio di LeBron James è sceso in campo con i Los Angeles Lakers nella loro prima partita stagionale vera, contro i T-Wolves. JJ Redick gli ha dato 2’41” verso la fine del secondo quarto, in campo insieme […]

  • preview

    Su le Mannion

    Oscar Eleni ospite della scimmia albina e del rospo ciarliero nel parco che in Costarica curano bene temendo il vulcano Tenorio. Diavoli e angeli tengono lontana la gente che ancora protesta dopo l’eurofiguraccia Armani contro Kaunas  e Trinchieri che si è bevuto 27 bottiglie della collezione Messina. Ascoltando la predica di un teologo tedesco che invita […]

  • preview

    Tutto in famiglia

    Oscar Eleni nella valle desolata dei babbuini fra licheni gialli e rossi ascoltando l’eco di una bella intervista a Stefano Bonaga, filosofo, amante del basket come il fratello Giorgio, chimico illustre e, come lui, figlio della Virtus Bologna dove hanno camminato  ad ogni livello dalle giovanili alla prima squadra se serviva. La curiosità di un […]