Quasi Nigeria

22 Giugno 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Solo il Mondiale regala emozioni senza senso come quelle di Corea del Sud-Nigeria, che con tutto il rispetto per Maradona abbiamo preferito al prevedibile trotto dell’Argentina contro una Grecia che dagli highlights non sembra avere superato la metà campo molte volte (magari ha il 97% di possesso palla, ma non conta). Sull’uno a zero la Nigeria ha davvero sognato, oltre che sfiorato il raddoppio: aveva affiancato la Corea come punti e l’aveva superata come differenza reti, a quel punto sarebbe bastato un Milito meno triste per cambiare la situazione psicologica sui due campi e buttare fuori la Grecia fin da subito.
Invece è successo quello che tutti abbiamo visto, fra personaggi ed episodi di culto (vincitori per le rispettive categorie: Kanu e lo sbaglio di Yakubu davanti alla porta senza portiere) in un ritmo da videogioco in modalità ‘Arcade’, quando non si vuole perdere tempo a selezionare tattiche di gioco e posizioni dei giocatori. In realtà la Corea del Sud è stata ovviamente la solita Corea, anche le praterie in contropiede l’hanno ingolosita e allungata: non che fosse una tattica di Lagerback, ma è andata così. E alla fine se quel tiro di Obinna fosse entrato saremmo qui a salutare la prima africana a passare agli ottavi. Per la Corea del Sud, che sabato pomeriggio giocherà con l’Uruguay, il primo passaggio di primo turno fuori casa: lo storico quarto posto 2002 di Hiddink non era arrivato dal nulla perchè erano quasi vent’anni che la squadra partecipava al Mondiale, ma ha comunque lasciato molto. Nel 2002 Park Ji-Sung, Cha Du-Ri e Lee Young-Pyo, trascinatori anche a Durban, c’erano: ci sono cambi di mentalità e di prospettiva che valgono più dei trofei alzati, anche se trovi sempre quello che ti dice che Capello ha vinto più di Sacchi (per non dire Zeman). Per l’Argentina c’è il Messico, domenica sera a Johannesburg, ma soprattutto la consapevolezza di essere la migliore squadra del Mondiale dal centrocampo in su. L’eventuale Spagna la si incontrerà solo in semifinale (se batterà il Cile) e l’eventuale Brasile solo in finale. Finisce la prima giornata in cui finisce il Mondiale per qualcuno. Stiamo scollinando, per la malinconia avremo tempo quattro anni mentre adesso ci mettiamo il giornale sulla pancia e siamo (quasi) felici.
(appuntamento a dopo le partite del girone C)

Share this article