Calcio
Quando regalavano Zorzi e Lucchetta
Stefano Olivari 17/06/2009
Quasi vent’anni fa fuori da un supermercato di periferia c’erano ragazzi con maglietta Mediolanum che distribuivano biglietti gratis per una partita del campionato di volley: in pochi minuti ne regalarono circa 500 a gente nel 99% dei casi poco interessata all’avvenimento, signore cariche di pummarola presa con il tre per due e signori con il borsello (non era ancora arrivato Beckham a sdoganarlo) un po’ scocciati. Eppure la squadra all’epoca berlusconiana (Capello era tornato da poco ad allenare il Milan e la polisportiva sarebbe crollata rovinosamente, una volta esaurito il suo compito, solo qualche anno più tardi), che era partita dalla A1 comprando i diritti di Mantova era formidabile: Zorzi, Lucchetta, Galli, Stork, Cvrtlik, eccetera. Il piccolo Palalido (4500 posti) però veniva riempito solo con il doping degli omaggi, a dimostrazione di molte cose: prima fra tutte la mancanza di cultura sportiva. Adesso la Fifa ha scoperto che il sudafricano medio appassionato di calcio è mediamente povero, e quando non indigente non così interessato alla materia da svenarsi per partite fra stranieri. Tanto per fare dei confronti, però, si deve osservare che la media di spettatori a partita (33mila e rotti) è di 4mila persone inferiore a quella di 4 anni fa in Germania ma anche di 3mila superiore a quella francese del 2003. Sia come sia, Blatter ha impartito l’ordine di distribuire a tappeto biglietti per la Confederations Cup, con l’eccezione della già esaurita Italia-Brasile di lunedì e con modalità tutte da definire: l’obbiettivo è dare un bel colpo d’occhio televisivo, possibilmente con meno tristezza di quella dei militari Steaua dei bei tempi del mercoledì di coppa. Il problema, al di là dei giudizi di valore sempre discutibili (ognuno è convinto che il suo sport sia il più bello del mondo) è che se non c’è una richiesta dal basso nessun prodotto può essere imposto.