Il piccolo lord della Franciacorta

10 Giugno 2014 di Dominique Antognoni

“Abbiamo mangiato di merda, però in compenso abbiamo bevuto bene”, urla il sommelier strafatto mentre rincorre una commensale e con la mano destra tocca la parte intima di una settantenne rifatta e con i bollori ancora a mille. Applausi a scena aperta e molti risolini, tanto si mangia e si beve gratis. Ci sembrava di essere ad un matrimonio di cattivo gusto, oppure ad un capodanno dove la gente si ubriaca già prima di mezzanotte per poi gridare e filosofeggiare su tutto. Mancavano le pistolettate in aria e il trenino, per il resto non ci hanno fatto mancare nulla.

Il piccolo lord della Franciacorta, com’è stato pomposamente presentato (quanta fantasia…), probabilmente stenta a dormire ancora oggi, a tanti giorni di distanza dal suo atteso evento: un disastro annunciato per chi conosceva i partecipanti, una vera sciagura per chi era venuto con le migliori intenzioni. Del patron della tenuta non abbiamo notizie: forse si è sparato. Nel caso lo capiremmo. Pensava ad una serata elegante, ne è venuto fuori qualcosa degno del peggior bordello di Caracas.

Un sommelier spettinato, con la camicia aperta fino all’ombelico (avete presente quei film anni Settanta con spacciatori di droga e gangster?), in pieno delirio di onnipotenza, ha rovinato per sempre il nome dell’etichetta, anche se a questi eventi la gente non si preoccupa minimamente di carpire informazioni sul prodotto ma fa a gara a chi beve di più. Tanto è gratis. Se solo avessero fatto pagare un euro a bicchiere tutti avrebbero detto “Sono gonfio, no grazie”. La peggior serata in assoluto se non fosse che ora la condividiamo qui e ci facciamo due risate: noi, solo noi. Il piccolo lord di sicuro non la pensa così e ancor meno il ristoratore (anche se incassa ogni giorno delle somme assurde, 100 euro a persona per una cena sotto il livello della media, ma non anticipiamo).

Il cibo, dunque. Scadente: riso scotto e la salsa di asparagi più salata del mondo, una tristezza di menù, ti sembrava di essere in ospedale all’ora della cena. Ma non è questo il problema, diciamo che può capitare (no, non può, ma siamo su Indiscreto, mica siamo gli ispettori del Gambero Rosso o della Guida Michelin). Le scuse dei ristoratori? “Non è facile cucinare per 50 e poi la cucina è troppo lontana dalla sala”. Non sappiamo cosa aggiungere: entrambe le scuse ci paiono a dir poco assurde. Se non sai cuocere il riso (a Milano, non a Kabul), essendo tu di mestiere un cuoco, di cosa stiamo parlando? Poi la lontananza: insomma, mica la salsa era salata per questo. E poi dov’era la cucina, a Rovereto? Andiamo avanti. Il sommelier strafatto (per alcuni invece è solo un po’ matto e creativo, avranno ragione loro), il cibo che nemmeno i cani randagi di Bucarest avrebbero mangiato, le donne presenti: difficile decidere il peggior aspetto della serata. Il sommelier, in pieno delirio, ogni due per tre interrompeva tutti urlando come un ossesso, con gli occhi fuori dalle orbite: “Silenziooooooo, ora dobbiamo parlare del Satin. Zittaaaa tuuuu lìììì in fondoooo senno racconto a tutti di cosa sa la tua passerina”.

Piccola carrellata delle donne invitate. Una ex moglie famosa, ora quasi settantenne, conosciuta perché beve come una spugna e si ubriaca ancor prima del primo sorso. In causa con vari chirurgi estetici perché, secondo lei, l’avrebbero rovinata (poi ci lamentiamo della lentezza della giustizia, se i poveri cristi hanno a che fare anche con elementi del genere è finita per davvero), la signora vuole ancora sentirsi giovane e calda, apprezzata e tutto il resto. Avete presente quelle che ridono ad ogni battuta scabrosa? Ecco. Ad un certo punto tenta di far vedere a tutti le tette e quasi in coro alcuni hanno chiesto pietà. Va bene il riso scotto e triste, ma i seni cadenti di una settantenne no, per favore. Ha messo il broncio, perché voleva fare un po’ la star come ai tempi che furono: nessun problema, il sommelier le ha dedicato un sacco di attenzioni. In ordine sparso: toccatina proprio lì, commenti del tipo “hai un pacco che sembra un Pampers”, “chissà quanto pelo” e via di questo passo. Il piccolo lord avrà decisamente apprezzato.

C’erano poi le due presentatrici televisive, ingrassate oltre ogni misura ma che indossavano abitini succinti, depresse ed emarginate. Sempre e solo il nostro sommelier riesce a tenerle su di morale quando si fanno la foto insieme: lui in mezzo, che simpaticamente strizza un seno ad una delle due. “Non in pubblico”, si lascia scappare lei. Ha ragione lei: in pubblico no, in privato questo e altro. Molto più morigerata, anzi, davvero sulle sue una giovane con un corpo da sballo e un viso volgare da periferia. Cosa c’entrasse lei con lo spumante del piccolo lord non riusciamo a capire, ma tant’è. Insomma, accompagnava un signore attempato: alla fine della serata saluta educatamente il direttore, il quale poi si gira verso di noi e racconta sarcastico: “La vedi? Mesi addietro si metteva sotto il tavolo e mi…”. No no grazie, fermiamoci qui, per favore. Immaginiamo che con l’imprenditore attempato parli di un futuro insieme, pupi e casa in campagna. Auguri.

Tornando al piccolo lord, il sommelier ci ha informato che ha una fidanzata che è una “figa atomica”. Però non pensiate che il sommelier riesca a vincere sempre: c’era una signora sui 35 che, dopo essere stata baciata in bocca così, come benvenuto (i due non si conoscevano), ha tenuto a distanza il nostro eroe. Lui ha cercato in tutti i modi di farla cadere ai suoi piedi, incurante del fatto che, fra le altre, era venuto assieme alla fidanzata. C’era poi la milf arrapata che per tre ore ha provato ad attaccare bottone con il nostro vicino, il quale scusandosi ci ha detto che, se fosse stato possibile, avrebbe voluto parlare solo con noi perché così non doveva guardare davanti, dove gli occhi della signora valevano più di mille parole. Stremata dai tentativi andati a male, verso il dessert (appena sufficiente come qualità) ha giocato il grande jolly: i filmati con gattini che si grattano uno l’altro, su You Tube. Per la cronaca, pure questo tentativo è andato a vuoto.

Ricapitolando: il piccolo lord ha pagato la sala, il conto, il cachet del sommelier. In cambio ha avuto cibo esecrabile, gente che se ne frega altamente, avvoltoi e opportunisti, vecchie bollenti e piccole mignotte in carriera, presentatrici ingrassate a dismisura e sulla via del tramonto. Non abbiamo avuto coraggio di salutarlo prima di andarcene. Anche perché di dirgli “è stata una splendida serata” non ce la sentivamo proprio. Noi no, tanti altri invece si: perché alla prossima serata verranno di sicuro invitati di nuovo. Noi non ci teniamo affatto.

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