Mercato delle pulci

1 Maggio 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni dalla Puerta del Sol di Madrid per le finali di Eurolega, passando per il convento delle suore scalze e la cioccolateria di San Gines. Testa in Europa, pensieri al basket italiano che, mistero gaudioso, aspetterà fino al 10 maggio per iniziare i suoi play off aprendo un dibattito sulle scelte di una Lega che ha deciso di non considerare più la stampa scritta come una fedele compagno di viaggio visto che tutte le partite fino a metà giugno, ma si dovrebbe finire prima, si inizieranno alle ventuno. Redazioni in subbuglio. Ma la cosa non sembra preoccupare. Viva la diretta televisiva e al diavolo chi ogni giorno cerca di tenere in piedi una rubrica dedicata al baloncesto, eh sì gente siamo in Spagna e ci adeguiamo. Aspettando le partite, con l’ansia di scoprire chi manderemo in Europa l’anno prossimo oltre a Siena, senza chiedersi se ci saranno anche campi adeguati oltre a squadre attrezzate, fermiamoci a guardare lo specchio dove Milano, Virtus, la stessa Fortitudo beatificata per una buona partita dopo una stagione balorda, Varese, Treviso, Roma, si domandano come dovranno vestirsi per il futuro.
Dall’atelier Armani sono arrivate offerte quasi ufficiali per invitare Corbelli ad uscire dalla scena. Devono mettersi d’accordo sulle cifre e qui non è poi così chiaro il progetto anche se eravamo convinti che il maggiore azionista di oggi non vedesse l’ora di farsi da parte. Errore. Vuole baiocchi e, strano a dirsi, non ne siamo stupiti. Comunque se le cose andranno come dice la logica, come vogliono i tifosi dell’Olimpia, eccoci alla probabile costruzione della nuova società anche se i nomi per farla sembrano scontrarsi e fare già scintille adesso. Infatti mettere Djordjevic a capo delle operazioni in una società dove l’allenatore dovrebbe essere Scariolo fa nascere qualche dubbio, figurarsi poi se dovesse arrivare anche un direttore sportivo con qualche idea per il mercato. Inutile fare illazioni. Aspettiamo e non è detto che non si possa risolvere tutto confermando l’Attilio Caja che avrebbe la sua gratifica se entrasse in Europa e quindi sarebbe pronto a lavorare per un gruppo che vorrebbe mettere molti soldi nell’operazione per competere con i grandi club del vecchio continente.
In casa Virtus sono tutti spaventati per l’umore di Sabatini che intanto sarà a Madrid per chiedere all’Uleb di non considerarlo troppo male dopo le dichiarazioni sulla vacanza bianconera nelle trasferte europee. Per i creativi questa fase è delicata, deve rimettere a posto una squadra balzana e povera di talento, deve fare tante cose e nessuno giura che il confermato Pasquali sarà davvero la guida. Per Varese ci sta già pensando Ramagli con Cecco Vescovi. Anche qui serve pazienza, ma non è così facile trovare italiani giusti e americani fedeli. Molto complicata la situazione a Treviso dove gli uccellini del Palaverde parlano di un rientro di Gherardini dal Canada per dirigere addirittura tutta la struttura della Ghirada. La certezza è che non saranno Mahmuti a guidare la squadra e Atripaldi a costruire quella nuova. In Fortitudo non vorrebbero muoversi prima del faccia a faccia contro Siena, ma molti sono convinti che Zoran Savic sia già al lavoro. Per la verità molti giurano che anche Crippa lascerà Mosca per andare a Treviso, magari Milano, forse alla Virtus, senza dimenticare il nido delle aquile. Gli stessi predicatori sul futuro scommettono che Atripaldi sarà il più richiesto sul mercato dei manager perché considerano la caduta di Treviso soltanto casuale e non imputabile totalmente a lui, perché in questi casi si spara sui pianisti più grossi e Buzzavo sembra il bersaglio preferito, soprattutto di quelli che hanno guardato con terrore al posto vuoto di Gilberto Benetton sulle tribune del palazzo costruito tanto tempo fa e non più adatto a voli europei.
La voglia di tapas. Sfiorando plaza de Cibeles dove il Real andrà a festeggiare la vittoria nella Liga, dove sperano di poter portare in trionfo anche quelli del basket perché al convento della Encarmacion hanno già come sarà la faccia del Messina ingaggiato dal Barcellona. Su Roma l’unica cosa certa è che se Repesa non resta nel ruolo, come capitava alla Fortitudo grazie a Savic, Alibegovic e Pugliesi, avremo presto un faccia a faccia disastroso con Dejan Bodiroga e questo fa capire dove hanno camminato i due in una stagione dove certo l’arrivo di Crosariol ed Aradori non ha dato alla squadra i rinforzi sognati. Faticoso viaggio aspettando partite elettriche, ascoltando il gocciolare dell’acqua alla fonte italiana dove le pagelle di chiusura stagione, dopo 34 partite meritano precedenza.
10 A Matteo BONICIOLLI, e con lui al paron Zorzi, votato come allenatore dell’anno per dare sollievo a Boscia Tanjevic che si lamentava per la poca considerazione che l’ambiente aveva nei confronti del più intellettuale dei suoi allievi, per il più fedele al principio che non ci si deve mai mettere in ginocchio davanti ai giocatori, ai loro agenti, alle loro mogli, ma soltanto al lavoro come sanno bene quelli di Udine che lo conobbero quando Snaidero risalì dal nulla.
9 A Danilo Gallinari eletto miglior giocatore dell’anno davanti al Pozzecco mirabolante e al grande Stonerook che è l’uomo base nel capolavoro senese. Noi avevamo votato per il ricciolone del Monte, dando al Gengis Gallo il premio come miglior under 22. Diciamo che non c’è mai la pazienza di aspettare che i campioni maturino anche come uomini, si preferisce portare loro paste alla crema come se la vita del professionista fosse tutta una festa come vi direbbero certi brasiliani del calcio.
8 Al FINELLI di Montegranaro che si scontrerà con Milano per una battaglia europea che va oltre le possibilità del palazzo prestato da porto San Giorgio alla Sutor. Diciamo che ha fatto benissimo, che è stato più bravo di quello che pensavano tutti.
7 A Romeo SACCHETTI perché questa stagione di Capo d’Orlando rimarrà comunque nella storia, a parte il meno 57 di Siena, così come il raggiungimento di un play off che non pensavamo possibile, convinti che Pozzecco non avrebbe potuto farcela per una stagione intera.
6 A Luca DALMONTE per aver creduto fino in fondo nel progetto Cantù, per essersi calato nella parte che sembra così difficile da interpretare per chi arrivava da altre esperienze dove gli allenatori vengono tormentati prima che possano completare il loro programma.
5 Alla SCAVOLINI per aver pagato nell’ultima giornata i peccati di una stagione dove Pino Sacripanti ha fatto davvero il massimo per far uscire dallo spogliatoio il malessere che appariva evidente già dal primo giorno. Certi personaggi non cambiano mai.
4 Alla VIRTUS BOLOGNA vero gambero della stagione, finalista di coppa Italia, ma anche salvata soltanto nelle ultime giornate. Confusione, delusione, un peccato grave per chi ha la fortuna di avere il più bel pubblico d’Italia. Stesso discorso per la Fortitudo che però se la cava con la cosiddetta impresa di Milano.
3 A NAPOLI per come ha lasciato sfiorire una squadra che aveva vinto la coppa Italia, che era stata protagonista nei play off, un bel gruppo tenuto insieme da un allenatore che ha davvero lavorato a dispetto dei pochi santi di Mergellina.
2 Alla SNAIDERO un po’ per il modesto piazzamento in fondo alla classifica, ma anche per le tante illusioni in una stagione dove ogni volta ti domandavi da dove nasceva tanto ottimismo vedendo certi giocatori.
1 Alla GIBA che torna a parlare di probabile sciopero dei Nazionali prima delle qualificazioni per i prossimi europei. Il famoso discorso di chi se li taglia per far dispetto.
0 Alla LEGA per aver deciso che tutte le partite di play off si giocheranno alle 21. Complimenti a tutti, cominciando da SKY per finire a chi pensa davvero di trovare amici nelle redazioni, convinto che il basket stia in piedi anche senza il lavoro certosino dei piccoli amanuensi che rischiano il posto per avere una riga in più.

Oscar Eleni, da Madrid
Fonte: www
.settimanasportiva.it

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