Maturità 2020, generazione di fenomeni

17 Luglio 2020 di Stefano Olivari

L’esame di maturità 2020 è stato una farsa, senza test scritti e senza commissari esterni, con i ragazzi che sono stati giudicati dai loro stessi insegnanti, con tutte le pressioni ambientali collegate? Forse. Questo sistema imposto dalle misure anti-Covid ha però creato una generazione di fenomeni, visto che il 9,9% dei maturandi italiani, il doppio rispetto al 2019, ha preso 100. Cioè il massimo di voti, lo diciamo per chi come noi ha fatto la maturità con il 60 come tetto massimo.

Interessante è che i voti sopra l’80, quindi la classe medio-alta, siano passati dal 32,8 al 49,6%. Deve essere un po’ come l’effetto Ibrahimovic: quelli super-bravi, ed evidentemente la didattica a distanza fra una schermata di You Porn e una di PES ne ha creati tanti, alzano il livello di quelli meno bravi. Chiediamo scusa, non avevamo capito niente: credevamo che Zoom fosse l’ennesima cagata per rubarci tempo e informazioni, invece un po’ alla Bangsbo ha alzato improvvisamente le prestazioni di gente fino a poco fa normale. E poi con il commissario esterno sei rachitico, con dolori alla milza dopo 20 metri, con il tuo prof diventi Hateboer.

Come al solito i maturandi migliori d’Italia sono al Sud (prima di rovinarsi facendo gli influencer criptogay fuoricorso in zona Brera) e l’assenza di esterni ha accentuato questo fenomeno: in Calabria i 100 sommati ai 100 e lode sono il 17,1% del totale dei voti di maturità, in Puglia il 16,6, in Sicilia il 15,1. All’estremo opposto la Lombardia con il 9,4%, il Friuli Venezia Giulia con il 10, la Sardegna con il 10,9, l’Emilia Romagna con l’11. Notevolissimo il risultato dei ragazzi umbri: il 12,9% ha preso 100 e il 4% 100 e lode. E i test Invalsi? A questo giro non sono stati fatti, ma del resto Leonardo e Galileo (e soprattutto i loro insegnanti) non si possono misurare con lo stesso metro con cui si valutano gli impiegati.

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