Madame Butterfly (Fraizzoli non era da Inter)

9 Dicembre 2016 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Inter-Sparta Praga è un venerdì come tanti altri, per lo meno al Champions Pub. La vittoria del no, le dimissioni di Renzi e l’oro della Pellegrini sono argomenti banali, buoni giusto per riempire un Tg di provincia con in coda una marchetta sulle idee regalo, ma scompaiono di fronte all’inutile 2-1 per la squadra di Pioli, in un San Siro deserto dove però non mancavano il Gianni, il Walter, il Franco e Budrieri vestito forse un po’ leggero (D.J. John gli ha zanzato il suo piumino della Lidl e Budrieri con l’husky marrone e il golfino bordeaux ATM ha battuto i denti). Così anche oggi nella periferia ovest di Milano il parlare di calcio è l’unica cosa che tenga attaccati alla vita insieme agli sconti del Simply, al videopoker, al centro massaggi Tuina e a Raffaella Fico che parla a Verissimo delle possibili nozze con Alessandro Moggi.

Sono le due del pomeriggio e Paolo-Wang è quasi inoperoso. La Tuboplast è chiusa per il ponte dell’Immacolata e del resto potrebbe rimanere chiusa fino a Carnevale visto che non produce più qualcosa da anni: i suoi impiegati fanno parte di quei milioni di italiani che risultano in vacanza, ma in realtà quasi tutti stanno un giorno in viaggio nelle loro Yaris per una notte nella casa di montagna dell’amico del cugino, di solito ad altitudine sotto il livello del mare. Al ritorno proveranno i nuovi caffè forniti da Ping, che intanto sta diversificando le sue attività: non si sa come, è entrato nel business delle matite copiative e circa il 13% dei seggi elettorali (quasi tutti al Sud) in Italia ha usato le sue, rigorosamente cancellabili. Non ha ovviamente mandato i suoi tecnici a riparare la vecchia Cimbali del Nino, ma del resto non conosce alcun vero tecnico. Paolo-Wang ha però in testa tutto tranne il caffè: proprio adesso che la Algoritmic stava iniziando ad ingranare la polizia irlandese ha arrestato il cugino e CEO Michael, per atti osceni in luogo pubblico. Martedì mattina, dopo avere chiuso un’operazione sullo zinco con un profitto di 2,7 euro, non ha trovato niente di meglio da fare che andare in Grafton Street e masturbarsi tenendo in mano una foto di Dolores O’Riordan. Certo le pressioni del trading ad altissimo livello fanno andare fuori di testa, non ci sentiamo di linciare Michael anche se indubbiamente ha esagerato. A questo punto davvero la BCE chiederà un avvicendamento ai vertici della finanziaria, i mercati sono nervosi. Tosoni risulta sempre a Londra con Mariella, voci incontrollate e incontrollabili dicono che abbia preso casa a Belgravia e che sia entrato in un giro di russi di osservanza putiniana: in questo risiko di alleanze internazionali la Tuboplast potrebbe diventare il braccio finanziario di Putin sul mercato italiano.

Lifen è sempre bellissima e triste. Mercoledì sera era a casa, con padre e nonno Tong (onestamente indistinguibili anche per lei), prudentemente zitta per evitare violenze. Poi ha commesso l’errore di mettere su Rai Uno, dove trasmettevano la prima della Scala. Lei ascolta i Modà, ma tutto l’insieme la affascinava e così è rimasta sulla Madame Butterfly per un paio di minuti. Sono stati sufficienti per offrire a nonno Tong il pretesto per prenderla a calci, urlandole cose orrende. Queste le uniche riferibili: “Adesso ti appassioni anche alle storie di una puttanella giapponese, da puttanella taiwanese quale sei. Ha fatto la fine che si meritano tutte quelle che credono agli americani o agli italiani”. E giù botte, anche se nessun magistrato rispettoso di altre culture si sentirebbe di condannare i Tong: che le donne non vadano picchiate è una fissazione occidentale, di una civiltà ormai al capolinea.

Stamattina Paolo-Wang ha dovuto preparare meno panini del solito, quindi ha avuto il tempo per illustrare la nuova strategia di trading intraday a Zhou, sfondandolo con discorsi sulle opzioni binarie. Grazie a Twitter (il link era di tale April Wang, @leleaprilwang, solo un omonimo di Paolo) ha trovato un’intervista a Flavio Sestini, imprenditore milanese che ha guadagnato un milione proprio grazie al trading sulle opzioni binarie. Zhou sospetta che si tratti di un’inculata, ma non ha voglia di discutere con Paolo, tanto prenderebbe comunque fregature da altri. Ha dentro tanta rabbia, Zhou, vorrebbe uscire da quella merda di bar, andare verso via Rembrandt e ammazzare il primo influencer catanese che trovare per strada. Ma si accontenterebbe anche di un foodblogger di Rho o di una copy di Ceriale, esseri inutili che stanno trasformando l’Italia in un paese di giullari e camerieri. Che belle le prime della Scala negli anni Cinquanta, Zhou stasera riascolterà per la millesima volta la Callas 1951, quando trionfò proprio alla prima di Sant’Ambrogio nei Vespri Siciliani. Che tempi, che eleganza, che industria, che Milano. Adesso eventi, happy hour, zingari, videopoker, parrucchieri unisex, credito al consumo, negozi con la saracinesca abbassata e centri commerciali in provincia pieni di mezze donne e mezzi (facciamo un quarto) uomini.

Max è disperato, dopo essersi inventato che Emily Ratajkowsky sogna di essere la fidanzata di Lapadula, per qualche sporco click in più, e avere scritto 873 post, solo in questa settimana, per SuperMegaInter.com (quello che ha avuto meno successo è stato il ricordo di Renata Fraizzoli, l’unico fra l’altro scritto decentemente), si è sentito anche prendere in giro da Vincenzo perché su Ultimo Uomo ci sono le biografie di Kuyt e Papu Gomez mentre lui si ostina a scrivere di Cr7 e Messi. Vorrebbe sparire nel cosmo per non dover guardare gli speciali di Buffa su Muhammad Alì. Quasi quasi preferisce Ridge Bettazzi, che imita Buffa ma è a suo modo geniale: il pezzo appena mandato per il numero zero di Hidegkuti, 118.989 godibili righe scritte proprio alla Buffa, si intitola ‘Padoin, la duttilità al potere’ e nella prima parte è un commovente ritratto del centrocampista friulano. Nella seconda i soliti resuscitati Happel e Michels passeggiando per il campus di UCLA (chiaro omaggio di Ridge a Buffa) si chiedono come abbia fatto John Wooden a teorizzare la sua piramide del successo ancora prima che Padoin nascesse. I due santoni si mettono a litigare su chi rappresenti meglio l’etica sportiva di Wooden e almeno su questo concordano: non è Padoin, in realtà, ma Michele Padovano. Entrambi però osservano che la loro Olanda con Padoin in campo e il sopravvalutato Neeskens in panchina avrebbe adesso due Coppe del Mondo. Chiusura fra le risate, con Happel che quasi si fa scoppiare l’aorta quando Michels gli dice (sostenendo di averlo saputo da Van Basten alla buca 17 di Monticello, che a sua volta l’ha sentito da Peppe Di Stefano su Sky) che la Sino Europe non ha avuto le autorizzazioni per pagare 400 milioni il Milan ma le ha invece ottenute per versare 200 milioni di caparra.

La citazione di Senad Gutierrez, che sul sempre più antifranchista Explotadores y Explotados ha esultato per la vittoria del No, questa volta è di difficile interpretazione: “Respingendo la Boschi l’Italia, tutta l’Italia, ha dimostrato di essere una piccola Rosario. Piero Pelù è il Carlovich che a questo paese mancava: lui sta alla musica come El Trinche stava al calcio, un modello di poesia e di coscienza politica. Pelù è un eroe, ha pagato in prima persona per le sue denunce. E lo scandalo delle matite copiative mi ha riportato alla memoria l’Argentina di Videla: anche lui voleva abolire il CNEL”.

Finalmente una buona notizia a casa Budrieri: la Corte Costituzionale ha infatti deciso che nell’udienza del 24 gennaio non verranno discusse soltanto le eccezioni di costituzionalità sull’Italicum, ma anche quelle relative alla decisione con cui l’INPS ha tolto la pensione all’ex conducente ATM in seguito ai fatti di Gorino. Budrieri viene seguito da un avvocato tarantino amico di D.J. John, specializzato in casi di corruzione (nel senso che lui per conto dei clienti va a corrompere funzionari pubblici), esponente locale di Forza Italia e fiero nemico del partito dei giudici. L’avvocato Russo Basile ha intravisto le potenzialità mediatiche del caso e ha intenzione di rendere Budrieri un simbolo dell’oppressione da parte del Leviatano, al di là del dettaglio della pensione. Ieri sera tornato da San Siro non ha come al solito trovato l’Erminia, che con Yannick, la signora Minghetti e altre donne del condominio è andata al convegno ‘I veri italiani sono i migranti’ organizzato dal Centro Sociale Igor. L’Erminia è ormai plagiata da questo ingegnere podologo, con pose da santone. Yannick ha una risposta al tempo stesso saggia e concreta a tutti i loro problemi, dice sempre l’Erminia le rare volte in cui incrocia il marito, anche se non è chiaro (almeno a Budrieri) quale sia questa risposta. D.J. John era fuori con il suo piumino, mentre dalla stanza di Marilena provenivano urla soffocate: una delle voci era proprio quella di Marilena, l’altra non sembrava quella del business angel. Ma il socialista liberale Budrieri (prima di guidare per una vita la 90-91, la 95, il 24 e la 67 si è formato su Salvemini, Rosselli e Gobetti) mai avrebbe fatto una scenata alla figlia, figlia oltretutto ultraquarantenne. Fra l’altro il business angel è in un grande momento: proprio l’altra sera, durante porta a porta, ha raccontato a Budrieri di essere entrato con l’1,9% nella start-up partecipata da Pier Luca con il 5,7, quella sulla app collegata allo scroto, che adesso ha anche un nome: Sex Delay.

Mentre Lifen nemmeno deve trovare scuse per la mancanza di scontrini, visto che nessuno ha consumato nemmeno un pacchetto di Saila, Budrieri cerca di leggere la Gazzetta sul bancone della Sammontana ascoltando in sottofondo il Gianni, il Walter e il Franco analizzare la partita di ieri, mentre Ibrahim, Nabil (che per motivi oscuri ai più si definisce ‘franceschiniano’) e gli altri spacciatori maghrebini cercano di tirare sera chattando con italiane particolarmente stupide. L’ex pensionato ATM pensa che forse con una nuova legge elettorale la sua vita migliorerà, ma quando sente frasi del tipo “Andreolli merita un’altra occasione”, “Una vittoria fa sempre morale” e “Da lassù Lady Renata avrà sorriso” non si può trattenere. Getta per terra la Gazzetta che titola ‘Eder e Pinamonti – L’Inter si consola’ e butta il suo carisma in faccia al resto del Champions Pub, anche se lui che visto giocare Rivolta e Civeriati non dovrebbe mettersi sullo stesso piano di chi crede che l’Inter sia stata inventata da Miangue: “Partita inutile, un freddo della madonna ma quelli veri erano lo stesso a San Siro. Sono convinto che Pioli farà vedere altre volte la difesa a tre, vista la qualità dei centrali. In certi momenti è quasi sembrato accettabile Andreolli, che non giocava da un anno, ma se siamo qui ancora a parlare di Andreolli significa che le cose non vanno tanto bene. Se non sbaglio era in questo bar che veniva definito il nuovo Facchetti… Tutto è così instabile che Ansaldi centrale di centrocampo è sembrato fra i meno peggio. Davanti bene solo Eder, che aveva voglia e quando è stato ordinato mi ha fatto pensare al 3-4-3 di Zaccheroni, e Pinamonti che è un ragazzino leggero ma che quei pochi palloni li ha toccati con personalità. Prima di dire che è da Inter o non è da Inter bisogna aspettare, sapete che non mi piacciono i giudizi affrettati. Come non piacevano a Lady Renata, pace all’anima sua, grande tifosa ma che mi ricorda anni abbastanza tristi anche se il Fraizzoli due scudetti li ha vinti. È chiaro che negli anni Settanta, senza stranieri, chi aveva gli italiani buoni se li teneva o li cedeva alla Juve: altro che lo scansarsi di oggi, a quei tempi si apriva il Mar Rosso. Fraizzoli faceva il possibile, ma era troppo prudente e timoroso di disturbare il potere, basti pensare alla vicenda Falcão. Bravissime persone, milanesi come non ne nascono più, ma tirando le somme Fraizzoli non era da Inter”.

NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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