Attualità

Lovati o De Rensis?

Indiscreto 14/10/2025

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Massimo Lovati o Antonio De Rensis? I due avvocati simbolo, fra i tanti, del caso Garlasco sintetizzano come pochi i pregi e i difetti dell’Uomo Indiscreto ed è per questo che li utlizziamo per un Di qua o di là nato assistendo al loro ennesimo confronto, ieri sera durante la trasmissione di Giletti (ma avrebbe potuto anche essere Nuzzi, Infante, Sciarelli, Porro, eccetera) Lo stato delle cose, su Raitre. Lovati è, come tutti sanno, il difensore di Andrea Sempio (anzi, ex difensore, visto che da poco gli è stato revocato il mandato), mentre De Rensis lo è di Alberto Stasi.

Inutile che ci mettiamo a fare la millesima ricostruzione delle mille ipotesi sull’uccisione di Chiara Poggi, con la sicumera di una Selvaggia Lucarelli. Siamo soltanto spettatori e proprio questo distinguiamo chi ogni tanto porta notizie (come Corona in Falsissimo) e chi invece è soltanto un opinionista-tuttologo. La differenza fra Lovati e De Rensis non risiede in ogni caso nella colpevolezza, o meno, dei loro assistiti, ma nella tipologia di avvocato che rappresentano: molti di noi hanno avuto la sventura, non fosse altro che per le spese, di conoscerle entrambe.

Lovati, 73 anni, è l’avvocato di provincia un po’ stracciato e per così dire fantasista, quello che cerca di sorprendere buttando lì scenari improbabili ma che comunque rimangono nella testa di magistrati, media e pubblico. Le sue ipotesi sui riti satanici nel pavese e la sua descrizione di Sempio (“Un comunista, un disadattato”) rimarranno di culto, così come la sua voce strascicata e le spiegazioni date per l’intervista a Corona (“Credevo fosse il provino per una fiction”), per non dire del modo in cui risolverebbe altri casi da copertina: geniale la sua teorica linea difensiva per Bossetti.

De Rensis è invece l’avvocato milanese con abiti sartoriali, quasi a evocare Suits, con una predilezione per i casi mediatici come Pantani e Conte, e che quando non ci sono si ricicla come opinionista milanista. Sempre molto attento nel misurare le parole, a differenza di Lovati, non è da meno del collega nell’insinuare sospetti nei terzi più o meno informati. Di sicuro più che con invenzioni De Rensis va avanti a colpi di logica, puntando a smontare con calma le tesi degli interlocutori più che a dare spettacolo. 

Insomma, due avvocati con caratteristiche umane molto diverse e adatti a imputati di tipo diverso. Personalmente se fossimo innocenti vorremmo essere difesi da De Rensis e se fossimo colpevoli vorremmo invece Lovati a tentare il miracolo, ma non ce la possiamo cavare così e allora diciamo De Rensis perché pensiamo possa avere un rapporto migliore con i magistrati. Certo Lovati è lisergico…  Lovati o De Rensis?

stefano@indiscreto.net

 

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