L’ordine di Leonardo

4 Giugno 2009 di Stefano Olivari

1. Detestiamo gli ordini professionali ed i patentini, visto che a regolare la convivenza (in)civile dovrebbe essere lo stato e non corporazioni con l’unica ragion d’essere di raccomandare i figli degli iscritti. Nel calcio non è proprio così, perchè per arrivare in alto un po’ di capacità ci vuole sempre, ed il pezzo di carta serve solo a giustificare una macchina burocratica che pretenderebbe di insegnare il calcio a gente che da trenta anni vive di calcio (con i docenti spesso pensionati o giovani falliti, oltretutto). Viva Leonardo allenatore, quindi, ed eventualmente viva Ferrara: le loro capacità di guidare un gruppo di campioni o presunti tali, ognuno dei quali si sente genio incompreso, si vedranno sul campo.
2. Chissà però se Ulivieri, lo schietto ed onesto (a questo punto il vero giornalista scriverebbe ‘toscanaccio’) Ulivieri, riserverà il trattamento Mancini anche a Leonardo. Perché se Mancini iniziò ad allenare con la deroga, alla Fiorentina prima di passare alla Lazio, per Leonardo si può parlare di deroga della deroga. Il brasiliano di mondo ha infatti il patentino di terza categoria e ad inizio luglio frequenterà il corso per conseguire il patentino di seconda. Ipotizzando che venga promosso (ma lo sarebbe anche Chicco Lazzaretti), potrà allenare il Milan senza prestanomi visto che essere stato convocato in una fase finale del Mondiale è un requisito per poter chiedere una deroga per così dire ‘tecnica’. Ma Mancini non era nei 22 di Italia Novanta?
3. Domanda che Nicola si pone e ci pone: ma Abramovich non era quello che avrebbe detto che detestava gli allenatori italiani e che dopo Ranieri mai ne avrebbe voluto uno al Chelsea? Ci dimentichiamo i giornali del giorno prima, ma non quando per anni hanno scritto la stessa falsità…
4. Anche a Porta a Porta Berlusconi ha imputato la cessione di Kakà all’ingresso nel calcio dei petrodollari. Sicuramente qualcuno in studio gli avrà fatto notare che Florentino Perez è un costruttore edile…
5. Studio di Deloitte, relativo al 2007-2008: le entrate della Premier League sono stimate in 2,4 miliardi di euro, quasi un miliardo in più sia di Liga spagnola che di Bundesliga. Di pochissimo staccata rispetto a Spagna e Germania è la nostra Serie A, con 1,4 miliardi. Il problema è che i diritti televisivi in Italia hanno garantito ricavi per 863 milioni, mentre gli stadi hanno dato solo 185 milioni di euro. Ma con gli impianti di proprietà cambierà tutto. Intanto dateci le concessioni edilizie nelle zone circostanti, poi vedrete quante magliette non tarocche la gente comprerà…

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