L’Italia è un paese di destra?

14 Febbraio 2023 di Stefano Olivari

I risultati delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio hanno dato alla destra un successo superiore al previsto nonostante candidati fra il grigio e l’impresentabile: 54,7% Fontana in Lombardia e 53,8% Rocca nel Lazio. Disfatta per la sinistra (33,9% Majorino e 33,6% D’Amato) intesa come coalizione ma non per il PD, che in entrambe le regioni con il suo 21,8% fa meglio che alle recenti politiche. Il partito sarà anche diviso fra Bonaccini e Schlein, ma ha un elettorato ben identificabile a livello socioculturale e sarebbe su questi numeri anche con segretario un cinghiale. Poi è chiaro che con un trascinatore, tipo il Renzi on fire di qualche anno fa, potrebbe fare meglio.

Il disastro è tutto dei 5 Stelle, scomparsi (3,9% contro il recente 7,3) in Lombardia dove erano in coalizione con il PD e crollati nel Lazio (da 14,8 a 8,6) dove correvano da soli, e del Terzo Polo, quasi dimezzato, che in Lombardia era con la Moratti (anche lei fra i superflop di questa tornata elettorale, come immagine personale forse il peggiore) e nel Lazio con il PD. Inutili e bolsi i discorsi sull’astensionismo: chi non va a votare delega agli altri le scelte, come alle assemblee di condominio. Se uno non trova 5 minuti per votare, staccandosi da DAZN, di cosa si lamenta?

Veniamo al punto, a pochi giorni dalla fine di Sanremo: in quale paese vivono i giornalisti, gli artisti, i dirigenti televisivi? In un paese in cui di Rosa Chemical che twerka con Fedez importa zero, altro che scandalo, così come importa zero della lezioncina dell’influencer o della pallavolista: il giusto momento per andare in bagno. Pensare che la gente abbia votato dopo attenta analisi dei programmi di Fontana e Rocca fa ridere soltanto a pensarlo, così come pensare che il Festival abbia avuto un qualche effetto politico, anche se per qualche giorno è sembrato che fosse il primo tema per tutti i partiti, insieme al 41bis: è brutto dirlo, ma a nessuna persona normale frega qualcosa del comfort carcerario di un boss mafioso o dello stesso Cospito.

La nostra tesi è che l’Italia sia un paese prevalentemente di destra, che lo sia sempre stato nonostante le casematte dello Stato (adoriamo le citazioni superficiali, da Settimana Enigmistica: ammettiamo di avere letto più libri di Rino Tommasi che di Gramsci) siano prevalentemente state occupate, dal 1946 ad oggi, da persone non di destra. Le casematte sono più o meno sempre quelle, ma finora non avevano mai avuto contro una pressione popolare simile. Nel 2015 c’erano 15 regioni governate dal centrosinistra, adesso sono 4. La domanda del nostro ‘Di qua o di là’ è chiara: l’Italia è un paese di destra?

L'Italia è un paese di destra?

stefano@indiscreto.net

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