Musica

L’estate di Paradise

Paolo Morati 05/07/2022

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Quando nel 1982 uscì nelle sale Paradise, la sua interprete, l’allora diciannovenne Phoebe Cates, conquistò spettatori e ascoltatori di tutto il mondo. Il film, di grande presa presso il pubblico adolescente capace di immedesimarsi nella storia di due ragazzi (al fianco della Cates anche Willie Aames, già noto come Tommy della Famiglia Bradford) in fuga da un nemico e nel contempo innamoratisi, ebbe anche nell’omonimo tema principale uno dei fattori di successo.

Cantata dalla stessa Phoebe Cates, Paradise girò nelle orecchie del mondo per tutta l’estate stazionando ai primi posti anche delle classifiche italiane. Un’estate che vide trionfare Miguel Bosè al Festivalbar con Bravi Ragazzivera canzone-icona non solo dei ragazzi del 1956 ma di tutti noi, anche grazie alla penna di due maestri come Maurizio Fabrizio e Guido Morra. Ma anche un’estate clamorosa per tanti altri brani che fecero da colonna sonora alla vittoria italiana nel Mundial spagnolo.

In ordine sparso, partendo dalle canzoni italiane, il trittico Un’estate al mare di Giuni Russo (autori Franco Battiato e Giusto Pio), Lamette di Rettore, Tanz Bambolina di Alberto Camerini, Eva, l’electro pop profetico di Umberto Tozzi, l’inno Non sono una signora di Loredana Bertè, la grande melodia di Sarà la Nostalgia di Sandro Giacobbe e poi Sotto la pioggia di Antonello Venditti, Celeste nostalgia di Riccardo Cocciante, Avrai di Claudio Baglioni, Domenica bestiale di Fabio Concato, Anima di Ron, Messaggio di Alice (di cui comprammo il 45 giri)… un elenco di brani da far impallidire il conformismo odierno dove tutto vuole suonare uguale, quando nel 1982 si poteva andare tranquillamente da Ti stringerò di Nada a Vorrei regnare di Garbo passando per Vivi di Gianni Togni e Voglia ‘e turnà di Teresa De Sio, godendo poi del genio di Giusto Pio e la sua Legione straniera.

Passando agli stranieri, quella del 1982 fu anche l’estate dei clamorosi Imagination (da Just an illusion a Body Talk fino a Music and Lights), di Ebony and Ivory, duetto tra Paul McCartney e Stevie Wonder, di semi meteore come i Quarter Flash con Harden My Heart, per arrivare a Don’t you want me degli Human League, tra le nostre preferite fin dai primi ascolti alla radio, fino a Survival degli America, Hard to say I’m sorry dei Chicago e Flash in the night dei Secret Service. E mentre i tedeschi Trio rischiavano di affermarsi per il tormentone dell’anno con Da Da Da I Don’t Love You (in origine in tedesco), in Italia si pensò bene di dedicarne una cover proprio agli Azzurri di Enzo Bearzot: Da Da Da Mundial ’82, proposta dai Masters. Iconico il testo: “El chiquito’ Dino Zoff, Muy Gentil el difensor, Bello Antonio l’amador, Collovati el cabezon, Scireito el matador…”.

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