Leopolda o CGIL?

29 Ottobre 2014 di Indiscreto

Per mancanza di concorrenza in Italia esiste ormai il partito unico, un Partito Democratico al cui interno di fatto avviene il dibattito che in altri tempi sarebbe avvenuto in Parlamento fra movimenti con un proprio consenso, certificato dalle elezioni e non dalle truppe cammellate degli iscritti o, peggio ancora, dal ‘popolo dei gazebo’ (di peggio c’è solo il popolo della rete). Per questo motivo lo scorso fine settimana è stato dal punto di vista politico molto interessante, con il raduno della Leopolda (l’antica stazione di Firenze diventata il simbolo del renzismo) contrapposto mediaticamente alla manifestazione della CGIL a Roma, supportata da una minoranza non certo sparuta dello stesso PD. Volendo personalizzare, il ‘Di qua o di là’ sarebbe un diretto ‘Renzi o Camusso?’, ma le questioni in ballo non meritano secondo i fini analisti politici di Indiscreto di essere banalizzate. Al di là delle battaglie da copertina intorno a feticci ideologici (tipo l’articolo 18) e dei singoli provvedimenti del governo, la materia del contendere è molto grossa. Da un lato una società disintermediata o in via di disintermediazione, quella i cui cambiamenti Renzi aspira a cavalcare, dall’altro l’Italia delle parti sociali e della concertazione in cui tutti siamo cresciuti e che di fatto ormai è ristretta al settore pubblico e ad alcune grandi aziende. Siccome non crediamo ad alcun destino ineluttabile, dall’islamizzazione dell’Europa al quarto scudetto di fila della Juventus, una risposta sarebbe interessante. Sia Renzi che la Camusso credono di conoscerla, noi forse. Anche perché tutelare alcuni diritti di base non dovrebbe essere in contraddizione con la libertà imprenditoriale. Ma visto che il ‘Di qua o di là’ non ha sfumature, questa è la domanda: l’Italia che auspichiamo è quella rappresentata alla Leopolda o quella rappresentata alla manifestazione della CGIL? La risposta può/deve anche essere psicologica, antropologica, culturale.

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