Budrieri
L’allenatore di Gravina
Gli amici di Budrieri 25/03/2022
Gentile Direttore, ci perdoni se la disturbiamo mentre lei e i suoi colleghi giornalisti portate la vostra superficialità da un argomento all’altro. Gente che ha soltanto certezze, gente emozionata per la seconda stagione di Bridgerton ma non sa quanto costi il gas, gente che twitta #ForzaFedez ma ha fatto morire sola la madre novantenne, gente che in collegamento dal Monferrato ti racconta cosa c’è davvero nella mente di Xi Jinping, gente che dà la colpa di tutto al patriarcato e alla mascolinità tossica, gente che ti spiega che l’Italia è fuori dal Mondiale perché i giovani non giocano più a calcio per le strade.
Ieri sera abbiamo visto Italia-Macedonia qui al Champions Pub insieme a Budrieri che già agli inni aveva detto che l’avrebbe risolta Trajkovski, uno che, parole dell’ex colonna dell’ATM, “Sotto la guida di Stellone ha fatto il salto di qualità”. Ovviamente gli spacciatori maghrebini incollati all’angolo del videopoker l’hanno sbeffeggiato, mentre sputavano sulla maglia di Dybala che secondo loro non ha capito il cazzuto progetto di Arrivabene, ma lui ha visto qualche migliaio di partite in più di chi crede che il calcio l’abbiano inventato Adani e quelli che si esaltano per i movimenti dei braccetti.
Sabato scorso Budrieri era fra i pochi invitati al finto matrimonio di Berlusconi, con il quale la frequentazione è antichissima visto che un Budrieri quasi bambino era stato coinvolto da Berlusconi, di 9 anni più vecchio, e da Confalonieri nelle loro esibizioni sulle navi da crociera. Budrieri era il frontman del gruppo e inevitabilmente i due galli nel pollaio avevano litigato perché, come lo aveva avvertito il futuro presidente del Consiglio, “Non è che puoi scopartele tutte tu“. Troppo lungo raccontare il loro rapporto, però lei di sicuro ha visto quella vecchia trasmissione di TeleMilano 58 sponsorizzata dall’ATM e condotta da Budrieri, con vallette Barbara D’Urso e Fabrizia Carminati ed ospiti fissi di grande livello, da Sarugia a Canuti, mentre lo spazio Milan era curato da un giovanissimo Carotti, ancora indeciso fra il giornalismo e il calcio. Con le vallette Budrieri fu sempre più che corretto, ma l’Erminia era lo stesso gelosa e lui senza problemi abbandonò la carriera televisiva ed il Budrieri Show, la cui idea gli sarebbe poi stata scippata da Costanzo.
Ridge Bettazzi continua a rileggere il libro di Peppe Di Stefano su Milanello, finalmente ha capito cosa sia la letteratura. Non quelle cagate che quella sfigata della prof di lettere del liceo classico Alessandro Bianchi di Cervia gli faceva studiare: Leopardi, Foscolo, Manzoni, ignoranti e anche un po’ fascisti che non avrebbero capito i tagli di Gabbiadini o di Boksic. Ridge ha comunque deciso di non buttare più via tempo dietro a superficiali articoli di calcio, adesso si dedicherà solo a collaborazioni con Hidegkuti, di cui ha appena acquistato l’NFT di una copertina, e al romanzo definitivo, assoluto, quello che entrerà nelle antologie. Titolo provvisorio: Beppe Savoldi e gli anni di piombo. Trama provvisoria: Bologna, 1975. Il forte attaccante bergamasco rifiuta il trasferimento al Napoli ed entra nelle Brigate Rosse, che però lo cedono subito alla RAF per due miliardi di lire a patto che lui si impegni ad uccidere Berti Vogts, che di recente si è espresso in favore della NATO. La sua copertura sarà quella di attaccante del Borussia Mönchengladbach, dove però viene subito smascherato da Udo Lattek: “Cazzo, tu non sei un giocatore di calcio, non ti pagherei nemmeno due marchi. Perché non fai il muratore?”. Il capitolo finisce, in maniera secondo noi un po’ forzata, con un giovane Buffa che a Compton chiede in perfetto tedesco, con un leggero accento del Baden-Württemberg, il risultato di Duisburg-Bochum e viene preso a botte da uno spacciatore di nove anni.
Qualche ora fa Biden, prima di atterrare in Polonia, ha chiamato Budrieri dall’Air Force One. Ovviamente non voleva discutere di politica internazionale: a lui non interessa e Budrieri non legge un giornale dai tempi del governo Goria. Il presidente USA è venuto subito al punto: “Cosa cazzo ha Barella? Non l’ho mai visto così timido. Ha molta più personalità Bastoni”. Budrieri se l’è cavata con un po’ di frasi fatte, non sopporta i vecchi molesti che si annoiano e chiamano tutti quelli che hanno in agenda. A lui capitava anche con il suo vero padre, alle sei del mattino, dopo Boniperti ma prima di Montezemolo.
Le abbiamo rubato troppo tempo, Direttore. Sarà di sicuro impegnato a tracciare grandi scenari per il futuro della Nazionale senza sapere un cazzo, visto che dipende dalla volontà di Mancini. Non vorremmo fare sparate da giornalisti, ma le dico solo che Gravina quando era presidente del Castel di Sangro aveva come consulente di mercato Budrieri, che gli consigliò fra gli altri gli ingaggi di Spinesi, Cudicini e soprattutto di Mazzaferro, che lui riteneva un misto di Giresse e Matthäus. Ad un certo punto ci fu anche la possibilità di strappare Mancini alla Lazio, ma stava sulle palle sia a Budrieri sia a Gravina e non se ne fece niente. Più volte Gravina tentò di convincere l’allora guidatore della 90-91 ad allenare, soprattutto quando ci fu da sostituire Jaconi, perché riteneva Budrieri l’unico in grado di coniugare il progetto con il risultato. Budrieri gli disse no, essendo troppo legato a Milano, e per la rabbia Gravina ingaggiò il peggiore sulla piazza, cioè Selvaggi. Speriamo che la volta buona sia questa, perché l’Italia deve essere governata dai migliori. Con Draghi e Budrieri saremmo nel burro fino al 2026.
*Ciò che avete appena letto è uno scherzo, anche se non tutto è falso. Ai nostri tempi lo avrebbe capito anche un bambino, nel 2022 ci vuole il disclaimer.
Per contattare il maestro Budrieri, che non ha internet ma è presente sul dark web (dove acquista droga dello stupro, ovviamente, oltre ad armi, arretrati di Blitz e abbonamenti a Telepiù Grigio): info@indiscreto.net