La scoperta del curling

9 Febbraio 2022 di Paolo Morati

Tutti parlano del curling dopo la clamorosa medaglia d’oro olimpica di Stefania Constantini e Amos Mosaner. Medaglia arrivata dopo aver vinto ogni partita, sbaragliando una concorrenza fatta di maestri di questa disciplina nata in Scozia e che in Italia ha solo poche centinaia di praticanti. Una disciplina che richiede allenamento, precisione e strategia e che nel nostro piccolo avevamo scoperto tanti anni fa quando ancora smanettavamo sui leggendari home computer a 8 bit degli anni Ottanta.

La Konami all’epoca sfornava grandi videogiochi per la piattaforma MSX, celebre nel Sol Levante ma anche in alcuni Paesi europei, a Ovest così come a Est (per capirci, sulla stazione spaziale MIR c’era in funzione un computer MSX). Piattaforma alla quale avevano aderito diversi produttori garantendo una cross compatibilità del software che era di grande qualità, comprese tante conversioni arcade fatte con i sacri crismi.

Noi eravamo possessori di uno di quegli home computer e il caso volle che mettessimo mano su un videogioco sportivo, appunto della Konami, terzo capitolo della serie Hyper Sports. Tale videogioco includeva quattro discipline: ciclismo, salto triplo, salto con l’asta e… curling! Non chiedeteci il perché di questa scelta che mischiava eventi estivi e invernali, ma quello che è certo è che all’epoca ignoravamo cosa fosse il curling, ritrovandoci a scopettare freneticamente con i joystick dopo aver lanciato sul ghiaccio digitale quella che sembrava un mix tra una teiera e una pentola a pressione. E che invece era la serissima ‘stone’.

Da lì ad ogni olimpiade invernale ci ritenemmo, a torto o a ragione, tra i pochi giovani e poi adulti in Italia a sapere perlomeno dell’esistenza del curling, finché non arrivarono le Olimpiadi di Torino che lo sdoganarono, per poi ritornare nel dimenticatoio fino ad oggi, quando tanti ne stanno di nuovo parlando. Tutto questo per dire cosa? Semplicemente per ricordare un episodio, ma anche per dire che sarebbe bello che si facessero meno ironie su uno sport tra l’altro anche parecchio televisivo. Di sicuro più spettacolare di altri sport che godono di una comunicazione migliore ma che sono comunque praticati da pochi. Insomma: oggi tutti applaudono il curling, ma domani?

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