Inutilità al potere

30 Aprile 2009 di Stefano Olivari

L’esaltazione della democrazia CONI ha raggiunto nelle scorse settimane vette di comicità assoluta, dovuta anche alle fonti degli articoli di politica sportiva: pensate, la bellezza di tre candidati alla presidenza! Peccato che siano rimasti già in due (sempre uno in più rispetto alla candidatura unica del 2005), dopo il ritiro di lunedì di Paolo Barelli, e che prima di mercoledì prossimo potrebbe tirarsi indietro anche il golfista Franco Chimenti. Insomma, non ci sono più ostacoli alla quarta presidenza Petrucci: con lui arriveremo fino all’Olimpiade di Londra. Autentico beneficiato dello scandalo dell’Acqua Acetosa (nel 1998 Pescante si dimise dopo la constatazione che quasi un decennio di controlli antidoping in Italia era stato finto: sì, le provette conservate ad una temperatura sbagliata…), Petrucci è sempre stato bene attento a non schierarsi su niente se non a favore di una generica battaglia contro il doping: senza mai toccare i fili dell’alta tensione calcistica (pomata di Borriello, shampoo di Blasi, eccetera). Sopravvissuto al crollo del Totocalcio, sia pure con l’escamotage della Coni Servizi (in punta di cialtrodiritto: è una società formalmente privata, ma di proprietà del ministero dell’Economia), e a mille cambiamenti politici, Petrucci continuerà a non incidere nel bene e nel male. Forse non tutti sanno che Franco Carraro, possibile uomo nuovo del calcio italiano (non è ancora chiaro se in veste di commissario della Lega o di presidente di una nuova entità) è un suo grande alleato ed estimatore. Una garanzia. O una ‘geronzìa’.

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