Insieme: 1992, l’Europa di Toto Cutugno

30 Maggio 2020 di Stefano Olivari

Toto Cutugno è stato l’ultimo italiano a vincere l’Eurovision Song Contest, trent’anni fa a Zagabria, ma per una volta vi risparmiamo gli anniversari in cui ormai un po’ tutti siamo specializzati. Parliamo di lui perché stamattina abbiamo riascoltato per la millesima volta Insieme: 1992, proprio la canzone con cui vinse l’Eurofestival, trovandola adattissima all’Europa di oggi. Comunque dai tempi del primo iPod non è mai scomparsa dalla nostra playlist.

Insieme: 1992, dunque. Nata in un contesto storico in cui da anni veniva mitizzato il 1992, come ricorda chiunque ci fosse. ‘Aaah, nel 1992 cambierà tutto…’, ‘Queste cose dal 1992 non accadranno più…’, ‘Dal 1992 penseremo in maniera diversa’, eccetera. Frasi che non sentivamo soltanto da tromboni dell’europeismo, ma che erano presentissime nel linguaggio comune, come se il 1992 e quindi l’Europa unita fossero la soluzione per ovviare ad una presunta arretratezza culturale italiana.

Forse anche in qualche lezione online degli ultimi mesi è stato detto che nel 1992 fu firmato il trattato di Maastricht, i cui effetti si sarebbero visti a partire dall’anno seguente e che nella loro parte economica sono arrivati fino ai giorni nostri. Per quanto riguarda politica estera comune e armonizzazione della giustizia lasciamo perdere… Gli Stati firmatari furono 12, presidente del Consiglio italiano era Andreotti ed era tutto un altro mondo.

Insieme: 1992 non era il brano che Cutugno aveva portato a Sanremo pochi mesi prima (quello era Gli amori, secondo posto dietro ai Pooh), ma fu scelto proprio per portare in Europa lo spirito del tempo. Quello, ripetiamo, di un europeismo un po’ ingenuo e fatto circolare ad arte fra le masse, ma comunque emozionante e anche commovente (a noi fa davvero questo effetto). Una canzone immortale, al tempo stesso italianissima ed europeissima, che merita tre minuti del vostro tempo. È il nostro inno europeo, con tutto il rispetto per Beethoven.

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