Vino

Il vino di Recoba

Stefano Olivari 08/11/2020

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Alvaro Recoba ci ha reso meno insopportabile la vita, così come il vino e per fortuna tante altre cose. Per questo ci sentiamo obbligati a scrivere un post sul vino di Recoba, non solo perché la materia lo ha sempre appassionato, ma perché da qualche tempo il vino si è messo a venderlo, attraverso il suo sito Chino Recoba Wines (www.chinorecobawines.com). Questa avventura imprenditoriale del Chino è solo agli inizi, ma è probabile che vada meglio rispetto a quelle di suoi ex compagni nei campi più vari, soprattutto la ristorazione (unica eccezione positiva l’attento Javier Zanetti, che prima del Covid stava guadagnando soldi veri con i suoi tre locali).

I vini in vendita con il brand Recoba sono per il momento due, con l’obbiettivo di diventare una ventina. Si tratta di un Tannat 2017 e di un Cabernet Sauvignon 2016, prodotti da due aziende uruguayane di prestigio, Antigua Bodega e Establecimiento Juanicó, dalla dimensione familiare. Sì, perché il Chino pur essendo un intenditore non si è improvvisato viticoltore e meno che mai produttore di vino, il suo progetto è puntare sui vini che davvero gli piacciono e commercializzarli con il suo marchio. Del resto Recoba è uno degli uruguaiani più famosi nel mondo, il vino brandizzato Chino come minimo desta curiosità.

L’Uruguay è un paese in cui la cultura del vino è molto diffusa, con la produzione concentrata al Sud, nei dipartimenti di Canelones (i vini di Recoba arrivano da lì), Montevideo e San José. E in Sudamerica la rivalità, almeno per un gusto europeo, è ovviamente con l’Argentina (il vitigno autoctono è il Malbec), quinto produttore del mondo, e il Cile. Ad essere onesti, spesso abbiamo bevuto vini argentini (scoprendo che il Gewurztraminer, il nostro preferito, non è cosa solo per alsaziani o altoatesini) e qualche volta cileni, però mai uruguaiani. Inizieremo con i vini del Chino, sicuri che anche in questo campo ci darà emozioni.

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