Il segreto di Blonde Salad

16 Marzo 2012 di Dominique Antognoni

di Dominique Antognoni
The Blonde Salad, o se preferite l’Insalata Bionda. Andrebbe bene anche amara, però se dovessimo darle una definizione definitiva la chiameremmo Acid Salad. Perché Chiara Ferragni, 24 anni portati nella maniera tipica di una certa Milano, si crede già la madre del giornalismo e autorizzata di impartire lezioni e consigli a tutti, maison di moda e giornali, grandi e piccini. Ne parliamo non in quanto appassionati di moda o come frequentatori suoi o del blog (non abbiamo il piacere, in entrambi i casi), ma come cultori dell’umorismo involontario dei giornalisti. O meglio, di quel che rimane del giornalismo: non conta più quello che si scrive, ma il personaggio-fenomeno che si atteggia a guru e che da intervistatore diventa intervistato. Vale per i Santoro, ma evidentemente anche per le Ferragni.
Un delirium di presunzione, la guru di Acid Salad. Fa la blogger, è diventata un fenomeno mediatico e ora invece di godersi l’inaspettata fama sale in cattedra con frasi da scolpire nella pietra: “E’ sbagliato che le maison invitino venti blogger alle sfilate, non dovrebbero essere più di 4 o 5”. Buona idea, che ne dice se dalle prossime dovesse essere una delle 15 escluse? O va da sé che fra i 4 o 5 una dovrebbe essere lei, per grazia divina? Ci ricorda i primi anni Duemila, con l’esplosione di siti sportivi defunti nell’arco di sei mesi, dove ragazzi appena entrati in redazione facevano capricci se non venivano inviati a San Siro per fare le pagelle a Inter-Milan: quei portali sono spirati da tempo immemorabile, qualcuno di quei ragazzi però bazzica ancora le tribune stampa. E per l’ovvio turnover (qualcuno muore, qualcun altro va in pensione) i risultati si iniziano a vedere anche sui media tradizionali. Tornando ad Acid Salad, esaltante il passaggio dove la blogger che si crede Anna Wintour racconta di vestire il suo fidanzato. Ma il clou è quando si vanta di fatturare 20.000 euro al mese. Complimenti davvero. Per il mercato attuale, considerando due posizioni pubblicitarie principali (di più l’occhio umano non riesce ad apprezzarne, anche se molti siti sono infarciti di patacche e loghi), sarebbe la raccolta molto ma molto ottimistica di un sito web con oltre 10 milioni di pagine viste al mese. Ci deve essere un segreto, ma non siamo sicuri di volerlo sapere.

Dominique Antognoni, 16 marzo 2012

Share this article