Il saluto romano è un reato?

9 Gennaio 2024 di Stefano Olivari

Il saluto romano è un reato? Ogni 7 gennaio, per la commemorazione della strage di via Acca Larenzia, ed in altre occasioni identitarie per la destra se ne discute e per una volta i giuristi di Google hanno ragione. Nel senso che tutti hanno ragione, visto che dalla Legge Scelba del 1952 e ancor più da quella Mancino del 1993 ci sono state condanne e assoluzioni per casi uguali, non diversamente da quanto accade con il VAR. Abbiamo appena letto che la Cassazione starebbe per dire una parola definitiva sul saluto romano propriamente detto, ma lo leggiamo da decenni e quindi non ci scommetteremmo.

In parole povere bisogna stabilire se il saluto romano, anche soltanto per ricordare i tre ragazzi uccisi nel 1978, è in qualche modo funzionale alla ricostituzione del partito fascista (ciò che la Legge Scelba voleva impedire) o se in ogni caso può essere considerato punibile in quanto simbolo di ideologie razziste (anche se la Legge Mancino è genericamente contro l’incitamento all’odio, qualsiasi cosa voglia dire). La vaghezza del tutto è evidente, così come l’obbiettivo primario soprattutto della legge Mancino: dare patenti di correttezza e di democraticità al nemico politico di turno. Un po’ quello che accade in altri paesi europei, come Polonia e Ucraina, con i divieti che però riguardano il partito comunista.

Acca Larenzia è in ogni caso una storia da ricordare, non per la contabilità dei morti di destra e di sinistra o per la stupida retorica della memoria condivisa, come se i morti (e quindi i vivi) fossero tutti uguali, ma perché segnò la fine della credibilità dell’MSI di Almirante per la maggior parte dei giovani di destra, per una serie di motivi non riassumibili in un post ma che comunque rientravano quasi tutti nell’eterna frattura fra la destra borghese e la destra antiborghese. Ma venendo all’Italia del 2024, la domanda è molto semplice: al netto di una giurisprudenza che ha dato segnali diversi, il saluto romano si deve poter fare o no?

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