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Boxe

Il pastore sbagliato di Foreman

Stefano Olivari 01/07/2009

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di Stefano Olivari

Siccome siamo sempre sulla notizia, stanotte abbiamo rivisto il bellissimo documentario ‘When we were kings’ di Leon Gast, su tutto quello che girava intorno ad Alì-Foreman di Kinshasa 1974. Una cosa che non ricordavano era il pastore tedesco con cui il campione del mondo in carica (Foreman) si presentò nell’allora Zaire: bellissimo cane, ma che nell’immaginario popolare era associato ai cani-poliziotto dell’esercito belga che fino a qualche anno prima aveva colonizzato il paese (poi Mobutu era mille volte peggio del peggior colonialismo, ma questo è un altro discorso). Un particolare che contribuì insieme a vari altri ed all’intelligente piacionismo dell’ex Cassius Clay a spostare il tifo verso lo sfidante. Memorabili un giovane Larry Holmes sparring partner di Alì, la sfilata di protagonisti della black music (James Brown e B.B. King su tutti), le conferenze stampa di Alì, l’essere troppo ‘americano’ di Foreman (prima di vederlo sulla scaletta dell’aereo, il novanta per cento degli zairesi credeva fosse bianco…) che gli si ritorse contro, la quantità di nani, ballerine ed intellettuali seriosi che fece di quel match una genialata mediatica con pochi eguali nella storia. Anche nella storia già di suo incredibile di Don King, che fino a qualche anno prima aveva operato nel recupero crediti (ammazzando un debitore, fra le altre cose). Il marketing di Mobutu spese bene quei dieci milioni di dollari (l’offerta più alta di organizzatori Usa era stata di quattro), insanguinandoli con una strage di ladri di strada che avrebbero potuto turbare le uscite dei giornalisti occidentali. Così il bravo inviato, ovviamente bianco, potè scrivere che lo Zaire è un paese di forti contrasti ma anche in crescita. L’avete letta anche di recente?

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