Rocky IV

23 Novembre 2023 di Stefano Olivari

Sarà difficile resistere a Rocky IV, oggi alle 21.00 su Iris. Tutti sanno cosa ci sia nel quarto capitolo della saga di Rocky, girato nel 1985: i pochi all’oscuro della sua esistenza possono consultare Wikipedia o i mille siti di recensioni. Quello da noi visto per la prima volta ad inizio 1986 nel defunto cinema Odeon (abbiamo letto che fra qualche mese lì ci saranno negozi e ristoranti, cose che nel centro di Milano effettivamente mancavano) è uno dei film culto di Sylvester Stallone ma anche l’opera che lanciò Dolph Lundgren nello star system hollywoodiano, partendo praticamente dal nulla visto che Stallone in persona lo scelse fra 8.000 candidati pur trovandolo non abbastanza muscoloso.

Ed infatti prima delle riprese l’allora ventottenne svedese, laureato in ingegneria chimica e cintura nera di karate, fece un corso accelerato di body building per essere ancora più pompato e credibile come Ivan Drago, personaggio fantastico ed ennesimo parto della fantasia di Stallone. Un successo incomprensibile a chi, anche fra il pubblico, ideologicamente era ed è fermo al neorealismo (il successo del film della Cortellesi in un certo senso lo dimostra), che nei cinema scatenò fenomeni di tifo anche slegati dal discorso USA-URSS. Ovviamente il delirio al leggendario “Io ti spiezzo in due” prima del match con Rocky, che in inglese è lontano dalla zona culto, visto che Lundgren-Drago dice “I must break you“, che al di là delle parole ha un senso un po’ diverso.

È comunque una delle 9 (!) battute che dice Drago in tutto il film.  Quasi inutile ricordare che ogni peso massimo proveniente da paesi ex sovietici è stato per decenni paragonato a Ivan Drago, su tutti Nikolaj Valuev: l’ex campione del mondo WBA è però alto 2.13 contro l’1.96 di Lundgren (e l’1.77 di Stallone). Altra differenza non da poco è che nel cinema del 1985 il russo era soltanto uno dei possibili cattivi, mentre adesso è in pratica l’unico cattivo possibile.

stefano@indiscreto.net

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