Calcio

Il mito nato per caso

Stefano Olivari 18/12/2009

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di Stefano Olivari
Telé Santana spiegato da Zico, la marcatura di Gentile, Dirceu che non piaceva e le fredde statistiche.

Per parlare di storia ci attacchiamo a tutto, quindi con il Brasile 1982 più volte citato (e in qualche partita del Milan preso a modello) da Leonardo ci va di lusso. Il 4-2 e fantasia, insomma, per la gioia di direttori e titolisti del genere ‘la vita in rosa’. Paradossalmente sono però molto più vicini a quel modello gli imitatori che l’originale, come ha spiegato Zico in una interessante puntata dello Speciale Calciomercato di Sky per una volta priva di immagini di Giannino.
In studio con Claudio Gentile è stata ovviamente ricordata la famosa marcatura di quel 5 luglio 1982, con Zico che l’ha definita ‘normale’ e di sicuro meno violenta di molte altre subite in carriera. Anche perché l’ammonizione data a Gentile da Klein per un fallo da dietro condizionò il difensore italiano per tutto il resto del primo tempo e per il secondo: la maglietta strappata (oltretutto sparita nel nulla, Gentile a casa sua ha la 10 del secondo tempo) è entrata nel mito ma più che dalla vittima è stata nel corso degli anni ricordata dal carnefice. Anche grazie all’ignoranza giornalistica: il tremendo fallo che spezzò una gamba a Romario in una partita del 1990 fra il suo PSV e il Den Haag, fu opera di un certo Marco Gentile che molti giornali (ripresi ovviamente da quelli italiani, che avrebbero almeno potuto chiedere all’interessato) definirono per giorni ‘il cugino di Claudio Gentile’.
La parte più interessante dell’intervento di Zico è stata però quella sul modulo: il Galinho, adesso allenatore dell’Olympiakos, ha spiegato che non nacque da un’intuzione del pur grande Telé Santana ma dal caso. Nella prima partita di quel Mondiale, contro l’Unione Sovietica, Toninho Cerezo era indisponibile e fu sostituito da Falcao che di fatto nei due anni precedenti non era mai stato convocato. Non solo, ma il modulo rimase quello delle qualificazioni, cioé un…4-3-3. Zico ha ricordato in quella partita d’esordio la presenza di Paulo Isidoro sulla destra, ma in realtà Santana iniziò con Dirceu titolare: lui sulla destra dell’attacco (rientrando sul sinistro, alla…Leonardo), Serginho in mezzo ed Eder a sinistra. Poi all’intervallo Dirceu fu sostituito dal centrocampista offensivo del Gremio ed il Brasile, in svantaggio per il gol di Bal, tirò fuori 45 minuti clamorosi, pareggiando con Socrates e raggiungendo il 2 a 1 con Eder.
Il problema tattico si pose per la partita successiva con la Scozia, quando rientrò Cerezo: al c.t. non era piaciuto Dirceu e nonostante il parere di Zico nemmeno Paulo Isidoro, così si inventò Falcao e Cerezo insieme (mai provati prima!), Serginho centro-boa e dietro di lui da destra Socrates-Zico-Eder con buoni margini di libertà. Con la formazione che tutti ricordano quattro a uno alla squadra di Jock Stein, quattro a zero alla Nuova Zelanda e tre a uno all’Argentina nella seconda partita del gironcino a tre del Sarrià. Poi l’Italia, Gentile, eccetera.
Tutto questo per ricordare che il mito, con noi orgogliosi di essere fra i mitizzatori, può nascere dal caso e con queste statistiche: una vittoria contro una squadra inferiore (anche se la Scozia dell’epoca aveva diversi campioni: Souness, Dalglish, Strachan, Hansen, Wark, Archibald…), un’altra contro una squadra nettamente inferiore, una vittoria e una sconfitta contro squadre dello stesso rango.E la marcatura entrata nella storia? Per sei giorni Bearzot preparò Gentile ad occuparsi di Eder e Oriali di Zico, cambiando idea pochi minuti prima della prima della partita. Poi dicono che contano solo i trofei alzati, ma non è vero.

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