Calcio

Il conto della tivù

Stefano Olivari 12/05/2010

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Dopo una trentina di anni di pensiero unico gli economisti da mille master hanno capito che includere cani e porci (non a caso PIGS è l’acronimo con cui i banchieri definiscono le finanze pubbliche di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) nell’area Euro è stato un tragico errore.
Pagato a livello micro con la quattro stagioni (forse la pizza più triste che esista, con quella sua ridondanza che vorrebbe coprire un vuoto esistenziale e l’incapacità di scegliere) che da 7mila lire è passata a 7 euro, ma anche come stiamo vedendo a livello macro. Basta invece la casalinga di Voghera per intuire che un’azienda che dipende direttamente dai propri clienti per solo il 15% dei ricavi (paganti e abbonati hanno questo peso) è destinata al fallimento o quantomeno a subire ricatti continui. La riunione di Lega di poco fa, stando al racconto di un peone preoccupato, ha fatto emergere che il grande calcio italiano non ha alcuna strategia alternativa nel caso il ricorso di Conto Tivù riesca ad arrivare fino in fondo. I 571 milioni di euro annui delle varie Sky e Mediaset per le prossime due stagioni sarebbero così bloccati, portando direttamente alla rovina la quasi totalità delle squadre (in serie B solo in 4 pagano gli stipendi regolarmente). Insomma, si spera che il Tribunale di Milano blocchi l’ex Superpippa Channel (dove per pippa si intende esattamente quello a cui state pensando) non tanto sulla base della legge, visto che in realtà il bando di concorso della Lega sembra davvero scritto goffamente su misura di Sky, Mediaset e Dahlia, quanto su quella dell’opportunità. La vera domanda che l’amico peone (peone con i soldi, però) si faceva è però la seguente: per chi sta lavorando Conto Tivù? In Lega si sono azzardate ipotesi solo in privato, magari qualcuna la leggerete domani sui giornali. Le due che risultano a noi sono le seguenti: a) l’emittente toscana non ce l’ha tanto con il bando in generale, quanto con la vendita in blocco dei diritti satellitari (quindi con Sky). E chi è il nemico mortale di Sky, nel raggiungere il target che conta?; b) Conto Tv lavora per se stessa, vorrebbe diventare il punto di riferimento pay della Coppa Italia oltre che del calcio sotto la serie A e lo fa minacciando la serie A mirando al cuore. L’esperto di televisione Galliani intanto sul tema taceva, aprendo la bocca solo per ricordare che anche Allegri fa parte della famiglia Milan. Ma allora anche Cruijff, che giocò un tempo in maglia rossonera nel Mundialito 1981. Ripreso da una tivù che all’epoca veniva presa sul serio più o meno come Conto Tv oggi…
Stefano Olivari

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