Gli anni d’oro della grande Rial

22 Maggio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Il Mondiale di Formula 1 con il salary cap a qualcuno piace. Nemmeno il tempo di aprire le iscrizioni per il 2010 (i termini scadranno fra una settimana) e subito l’adesione della Campos Racing squadra attualmente nel campionato spagnolo di Formula 3. Proprietario Adrian Campos, ex pilota ed ex manager di Fernando Alonso. La scuderia (che secondo Marca avrebbe fra i suoi finanziatori la stella dei Lakers Pau Gasol) si chiamerà Campos Meta 1 (Meta Image è la sigla dei soci di Campos). Il bello del salary cap è che potrebbe riportare in F1 quelle scuderie che non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena, ma che riuscivano spesso ad inventarsi qualcosa e spessissimo a lanciare piloti dal grande futuro. Rimanendo nel decennio più bello della storia d’Italia (che fra l’altro Campos visse guidando una Minardi che finiva pochi GP), di cui adesso stiamo subendo i sottoprodotti politico-culturali (un po’ meno belli), ci vengono in mente, con lacrime agli occhi e in ordine sparsissimo: ATS, Ensign (fu con questa macchina che Clay Regazzoni ebbe il drammatico incidente di Long Beach), Shadow, Fittipaldi, Osella, Rial (nella foto Andrea De Cesaris a Silverstone), Onyx, Dallara, Theodore, Toleman, Eurobrun, Ram, Spirit, Lola, Coloni, Ags, Zakspeed. E chissà quante ne dimentichiamo, al di là dei vari team che con varie fusioni sono arrivati fino ai giorni nostri e di alcuni eroi dei Novanta come Leyton House, Fundmetal, Footwork, Life, Venturi, Andrea Moda, eccetera. Non è che una volta fosse tutto più bello, anche perchè i piccoli non vincevano mai. Però c’erano.
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