Formula 1
Ferrari segreto
Stefano Olivari 11/12/2023
Ci sono libri da Kindle e Ferrari segreto – Il mito americano, scritto da Italo Cucci qualche anno fa, appartiene a questa categoria. Nel senso di libri giornalistici, quando non autobiografie, che è facile interrompere e tornare a leggere senza perdere il filo fra metropolitana, sale d’aspetto e letto (la vera ragion d’essere del Kindle, insieme al risparmio di spazio, è leggere al buio). Non significa che siano libri di Serie B, anzi questo è un libro di Serie A scritto da uno dei pochi giornalisti sportivi di cui sia interessante leggere il pensiero (precisazione: Cucci lo abbiamo visto soltanto in televisione, mai nemmeno nella sua Pantelleria dove pure siamo stati tantissime volte).
Ferrari segreto, scritto per Edizioni Minerva (viste le origini romagnole di Cucci è impossibile per il nostro cervello malato non pensare ai fiammiferi Minerva di Acapulco), non è uno dei mille libri scritti su Enzo Ferrari, ma il racconto dell’atteggiamento privato di Ferrari nei confronti di piloti, concorrenti, amici e soprattutto giornalisti. Confidenze che Cucci ha raccolto non soltanto nella sua veste di direttore di Autosprint, ma anche nelle sue altre incarnazioni dal Guerin Sportivo al Corriere dello Sport, eccetera. Qui Ferrari mostra una caratteristica di molti grandi personaggi, cioè quella di disprezzare i supertecnici (Cucci non era certo un esperto di motori) o quelli che si credono tali, per entrare in sintonia con chi è fuori dal giro ma è affine per visione della vita.
Non ci sono grandi retroscena, almeno per chi sulla Formula 1 ha letto abbastanza, ma tanti fatti e discorsi del Ferrari privato che spiegano il Ferrari pubblico. E siccome stiamo parlando di un degli italiani più famosi del Novecento l’interesse è sempre massimo. Libro affettuoso, indulgente ma non agiografico, con Ferrari che spiega il perché della sua durezza, il suo rapporto con i piloti, le sue scelte industriali (a partire dalla vendita alla FIAT), il suo attaccamento morboso alla provincia e la rinuncia ai viaggi, anche a quelli al seguito della squadra, le modalità religiose con cui seguiva i gran premi in tivù esattamente come noi, il rapporto con i figli e quello di attrazione con i giornalisti, così simile a quello di Agnelli.
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