D’Ambrosio non è da Inter

23 Marzo 2015 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Sampdoria-Inter al nostro solito bar è un lunedì come tanti altri. La nuova sconfitta della squadra di Mancini è stata seguita in diretta, proprio lì, da quasi tutti dopo che al pomeriggio i maghrebini e gli ecuadoregni, compattamente juventini, avevano fatto un casino infernale per la vittoria della loro squadra sul Genoa. Nessuno ha preso minimamente in considerazione l’ipotesi di guardare la quasi contemporanea Barcellona-Real Madrid, del resto il calcio non è certo uno spettacolo. L’editore di SuperMegaInter.com ha appena comunicato a Max e a Vincenzo che i loro stipendi (300 e 200 euro mensili) saranno dimezzati, con decisione unilaterale, a causa di una imprecisata ‘flessione nel mercato pubblicitario’. Le pagine viste al mese sono quasi 10 milioni al mese, ma a detta del signor R. i banner di Google Adsense e le affiliazioni tipo Bwin o Penis Enlargement pagano al massimo i costi tecnici, in ogni caso con 150 e 100 euro Max e Vincenzo rimangono i più pagati degli accreditati a San Siro come redattori web (e lo rimarrebbero anche con un euro al mese).

Max è l’idolo incontrastato degli impiegati (ma sedicenti manager) della TuboPlast, che incuranti delle ultime notizie che li riguardano (dopo avere spostato la produzione in Moldavia l’amministratore delegato Tosoni sta trattando con un fondo di investimento cinese per la cessione di una parte delle quote) e anche delle impiegate che cominciano a sentire la primavera continuano a chiedergli pettegolezzi sul mondo del giornalismo sportivo, che poi usano in una qualche terribile cena fra coppie, magari in tavernetta, mentre le mogli si scambiano consigli su ricette e viaggi. Max gli spara in sequenza cose fresche, facendo nomi e cognomi: dal centrocampista traditore della nota soubrette (ma solo al lunedì) al notevole passato da escort (5.000 a botta) della moglie del bel centravanti, per arrivare alla zingarata preferita di due ex compagni in un ricco club. In pratica un portiere e un centrocampista di fatica che andavano e tuttora, a volte, vanno a puttane abbordandole per strada, di solito a Milano anche se nessuno dei due risiede a Milano. Il gioco è che il portiere deve riuscire a farsi una sega (lì, in macchina) prima che la contrattazione del centrocampista sia finita, al di là dell’esito della contrattazione stessa. Impiegati estasiati e non ancora delocalizzati, impiegate abbastanza divertite: anche Cathy, faccia orribile a livello Scrondo ma tutto il resto molto interessante, con una catenina alla caviglia che avrebbe fatto correre di corsa al cesso il Max dei vecchi tempi. Quello di adesso sta invece tracciando scenari per il futuro di Mancini, arrivato nella sua seconda vita interista ad avere più sconfitte che vittorie, partendo dal banale dirigente dai pieni poteri con Mihajlovic allenatore. Tanto domani sarà tutto dimenticato.

Samantha alla fine ha accettato l’invito di Carlos al Calafuria, l’alternativa era rimanere in casa con i genitori a guardare C’é posta per te. Carlos aveva beccato il Manchester City, quindi poteva permettersi di offrire anche l’antipasto a buffet prima della pizza. Samantha si era presentata in felpa e jeans, in modo da non far arrapare nemmeno un ergastolano, in ogni caso le intenzioni di Carlos non sembravano bellicose. Continuava a parlarle della seconda divisione belga e dell’Emmen che lo fregava sempre, lei avvicinandosi la Pasqua aveva voglia di capretto (anche se ufficialmente era vegetariana faceva qualche eccezione) e il lunghissimo menu del Calafuria le era venuto incontro proponendo proprio uno scottadito di capretto a 9,50 euro. Carlos aveva scelto la pizza messicana: pomodoro, mozzarella, fagioli (nel menu c’era scritto borlotti), cipolle e salsiccia: dopo una pizza così pesante non si può trombare nemmeno inghiottendo 10 pastiglie di Levitra, evidentemente il messaggio di Samantha era stato recepito. Dopo un bicchiere di mirto una passeggiata per piazzale Siena, dribblando le merde dei cani e contando i locali commerciali sfitti, ormai quasi la metà di quelli della piazza. Comunque a lui era sufficiente uscire con lei, tanto per ribadire la sua leadership su Hector e un gruppo di sudamericani di varie nazionalità, al contrario di Carlos ed Hector quasi tutti lavoranti (e quasi tutti come corrieri). La donna italiana vale di più dell’equivalente cessa di un metro e venti per centoventi chili ma di origine sudamericana, è un traguardo socialmente ambito.

Ma adesso Hector, Carlos, Samantha, il Vito, il Roberto che nemmeno oggi si è presentato in Regione, il Gianni che ha appena comprato un ETF sul Nikkei (ignorando fino a quella mattina l’esistenza sia degli ETF che del Nikkei), il Budrieri, il Lele che ha problemi con il Ducato, il Franco che dalle 9 e 45 è in pausa pranzo dal vicino ufficio postale, il sardo di Andria che si è scoperto essere un bidello in pensione dopo 20 anni alle elementari di Canegrate, il parrucchinato juventino che chiede “Quando sono i quarti di Champions?”, il Luca che sta bestemmiando contro non si sa chi, Vincenzo che ha appena chiesto al padre un altro aiuto per l’affitto, Ylenia con la sua nuova maglietta di Naf Naf, i maghrebini e gli impiegati della TuboPlast pretendono il punto del Walter sulla partita del giorno prima. “Una delle migliori Inter dal ritorno di Mancini, sconfitta non meritata sia per le occasioni avute che per l’atteggiamento. Juan Jesus sulla sinistra me lo aspettavo peggio, non ha in fondo fatto danni, peggio è andato D’Ambrosio che ha sofferto contro Eder ed Eto’o ma soprattutto non ha spinto. Stavolta in generale la difesa non è stata male anche se nessuno sa iniziare un’azione come vorrebbe Mancini, che infatti chiede sempre ad Handanovic di passare il pallone corto e rasoterra. Ma non è che a riceverlo ci sia un Beckenbauer o un regista che scenda a prenderselo, un Matteoli. Ecco, sì, manca un Matteoli… Per questo gli avvesari lasciano tanto spazio a Medel… Non si può dire niente ai centrocampisti, meno male che Brozovic ci ha evitato la vista di Kovacic ed Hernanes, né a Shaqiri che aveva davvero molta voglia. Icardi meno scazzato del solito, è stato anche pericoloso, Podolski ha una buona idea di calcio ma è il Podolski con la testa da riserva di un grande club. Finito, da non riscattare”.

Budrieri sta leggendo la Gazzetta sul bancone della Sammontana, non riesce ad arrivare in fondo all’articolo intitolato ‘La Signora sedotta dal capo Apache’ e non soltanto perché ha passato un’intera domenica, tolta la boccata d’aria serale al bar, con la moglie Erminia, la figlia Marilena e il suo fidanzato (fidanzato a 50 anni) D.J. John, che sembra abbia trovato uno che lo può raccomandare per l’agognato colloquio con Linus. Dopo gli ottimi pizzoccheri preparati dall’Erminia, con un abuso di bitto e casera, la poco allegra famigliola si è accasciata sul divano e relativo copridivano: cinque ore in silenzio, sonnecchiando e guardando Domenica Live. D.J. John vedendo Sandy Marton ospite dalla D’Urso ha aperto il baule dei ricordi, dicendo e non dicendo: “Con Sandy all’Acquafan ci siamo fatti delle chiavate pazzesche. Ed era lui a prendere i miei avanzi”. Poi l’Erminia si è commossa vedendo Dora Moroni cantare insieme all’ex marito Christian e Budrieri grattandosi le palle ogni 30 secondi ha iniziato il conto alla rovescia verso Sampdoria-Inter. Il medico di base gli ha appena fatto l’impegnativa per un esame delle urine, per fortuna c’è il progetto Thohir a dare un senso alla sua vita: “Nella difesa a quattro i laterali sono tutto. E D’Ambrosio non è da Inter”. (6 – continua dopo Inter-Parma).

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