Calcio
Chi il coraggio ce l’ha
Stefano Olivari 28/05/2009
In molti interventi sulla vicenda Maldini si è detto che la curva del Milan non è più quella di una volta. A parte il fatto che non concepiamo l’idea stessa di curva, da quelle di una volta a quelle di adesso e dal Milan al Lignano Sabbiadoro, un contributo alla conoscenza dei fatti arriva da Luca Fazzo. Che sul Giornale ha messo a fuoco alcuni punti importanti. Pubblichiamo alcuni estratti del suo lavoro, invitando a leggere l’articolo completo, pieno di episodi e riferimenti da far paura.
”Martedì scorso il pm milanese Luca Poniz ha chiesto il rinvio a giudizio dei capi della nuova curva rossonera. Associazione a delinquere finalizzata all’estorsione. I Guerrieri Ultras – questo il nome del gruppo che ha cannibalizzato a tempo di record la curva – sono accusati da Poniz di avere trasformato la Sud in una macchina da soldi, imponendo con la forza la propria legge…”. Indiscreto: si tratta dello stesso gruppo delle foto pubblicate ieri, quelle della festa natalizia con Galliani ed Ambrosini non esattamente entusiasti di essere lì.
”Una inchiesta ancora riservata, condotta dalla Digos milanese, sta ricostruendo in queste settimane il filo che lega un’altra serie di violenze. Violenze ai danni dei tifosi «concorrenti». E violenze sugli spalti, sorta di messaggi mafiosi inviati al Milan per costringerlo a venire a patti con i nuovi capi della curva. Il cervello è sempre lo stesso: Giancarlo Lombardi detto «Sandokan». Lombardi alla partita non ci va più, perché colpito da diffida. Uno dopo l’altro anche i suoi luogotenenti – Luca Lucci, Mario Diana, Giancarlo Capelli – sono stati colpiti da diffida. Ma anche dall’esterno i capi Guerrieri continuano a dettare legge. Lombardi due giorni fa era in via Turati, davanti alla sede del Milan, a farsi intervistare, spiegando e rivendicando gli insulti a Maldini. Brigate Rossonere, Commandos Tigre, Fossa dei Leoni: i gruppi storici sono spariti dalla curva molto in fretta”. Indiscreto: i veri tifosi non hanno voce, se non per fare domande di calciomercato a giornalisti che ne sanno meno di loro, mentre gli ultras sono mediaticamente onnipresenti. In particolare Capelli, il cosiddetto Barone (povero Liedholm, povero Causio, povero Sales, poveri noi), si è visto su varie tivù locali trattato come un interlocutore calcisticamente serio: gli facevano domande come se avessero avuto davanti De Rossi o Inzaghi, prendendo e portando a casa i suoi monologhi.
”Se questo è il milieu che sta dietro i Guerrieri Ultras, non c’è da stupirsi se le loro vittime scelgano quasi sempre di stare zitti. La sera del 25 gennaio 2007, davanti a San Siro, Valter Settembrini dei Commandos Tigre viene massacrato di botte da due Guerrieri, Michele Caruso e Massimiliano Colombo. Lo accusano di essere un confidente della Digos, lo rovinano di botte. Ma al processo Settembrini non si costituisce neanche parte civile. Scena ancora più eloquente a Torino, 20 maggio 2008, Juventus-Milan. Un tifoso juventino, William Marzano, viene aggredito brutalmente dai Guerrieri. Le telecamere immortalano il solito Luca Lucci. Quando la polizia lo incrocia all’uscita dallo stadio, pesto e sanguinante, Marzano dichiara testualmente: «Non è successo niente, sono caduto dalle scale». L’impunità genera altre violenze. Il 15 febbraio scorso Virgilio Motta, tifoso interista, viene aggredito durante il derby. Luca Lucci gli sfonda un occhio, Motta perde la vista per sempre. Questi sono i metodi criminali della nuova curva del Milan”. Indiscreto: non è obbligatorio applaudire Maldini, nemmeno Pelé o Di Stefano hanno raccolto consensi unanimi. Però capirete perchè lo riteniamo coraggioso.