Via Rasella

1 Aprile 2023 di Stefano Olivari

Le parole di La Russa sull’attentato di via Rasella, che poi avebbe indotto i tedeschi ad ammazzare 335 italiani alla Fosse Ardeatine, stanno facendo discutere moltissimo perché riguardano una parte della storia d’Italia paradossalmente poco conosciuta, nonostante da quasi 80 anni sia in Italia uno degli argomenti più dibattuti di tutti. Eppure, in maniera trasversale, quanti senza Google saprebbero dire più o meno cosa accadde in via Rasella? A Roma i partigiani uccisero una banda musicale di pensionati, come suggerisce il presidente del Senato, o un reparto di volontari SS come spesso si è scritto? Per dirlo con parole nostre: furono uccisi tedeschi scelti a caso o tedeschi che se lo meritavano?

Nell’attentato dei GAP morirono 33 tedeschi e 2 passanti italiani, senza contare i feriti. Prima domanda: i tedeschi erano tedeschi? Dipende. Quasi tutti erano altoatesini, quindi avevano un passato da cittadini italiani, ma molti di loro ai tempi dell’accordo del 1939 che consentiva agli italiani di lingua tedesca di scegliersi la nazionalità avevano optato per quella tedesca. In ogni caso dal settembre 1943 anche gli altoatesini che avevano scelto l’Italia furono obbligati ad arruolarsi nell’esercito tedesco, quindi dal punto di vista militare la distinzione è inutile. Simpatica statistica, in questo caso anche gli storici di parti diverse concordano: gli altoatesini di lingua tedesca che scelsero liberamente la Germania furono circa il 75% del totale.

Seconda domanda: erano vecchi? Sicuramente no, visto che si conoscono le generalità di tutti, la discussione non ha proprio senso. A leggere i cognomi sembra di sfogliare la Gazzetta: Haller, Moser, Erlacher, Fischnaller… Quasi tutti ampiamente sotto i 40 anni, diversi anche sotto i 30: per la mentalità di oggi quasi ragazzi, in quella del tempo giovani uomini. Terza domanda: erano una banda musicale? No. Appartenevano al terzo battaglione del Polizeiregiment Bozen: essendo un reparto non proprio di prima scelta veniva impiegato più per guardie e pattugliamenti che per combattimenti, ma certo non era una banda musicale. Che poi cantassero durante la marcia significa poco.

Quarta e più importante domanda: erano SS? Risposta facile: no. Erano inquadrati nella polizia creata in Alto Adige nel 1943 (vorremmo aprire mille parentesi, la storia è pazzesca) ed erano tutti coscritti, cioè obbligati ad arruolarsi, mentre gli ufficiali venivano dalla Germania e non comunque SS. Fra l’altro gli ufficiali tedeschi per così dire veri disprezzavano quel manipolo demotivato, male addestrato (molti addirittura erano stati militari italiani di leva) e con diversi ladini che capivano poco il tedesco. Il prefisso SS prima del nome del reggimento ha una spiegazione: tutte le forze di polizia tedesche, anche quelle ordinarie, dovevano averlo, per volere di Himmler. Le SS dell’immaginario collettivo e anche della realtà erano i sottogruppi con compiti specifici (Waffen-SS il più famoso) in cui erano divise le SS propriamente dette.

Ricapitolando questo 1% della storia di quel 23 marzo 1944: i ‘tedeschi’ uccisi erano quasi tutti coscritti altoatesini e nessuno volontario, non erano vecchi, non erano una banda musicale, non erano SS. Solo per citare cose oggettivabili, senza distinguere i cattivi dai meno cattivi. Il derby dei musicisti pensionati (La Russa) contro i volontari delle SS (giornalisti che copiano male) è basato su falsità ed è quindi doverosa la solita citazione del professor Scoglio: dilettanti allo sbaraglio o professionisti in malafede?

stefano@indiscreto.net

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