Un terremoto che non si spiega nemmeno dopo

30 Maggio 2012 di Anna Laura

Lo sgomento di fronte ai dati del terremoto in Emilia è palpabile, visibile. Lo si può persino sentire nelle dichiarazioni dei professionisti delle calamità, quelli che “dopo” ci spiegano sempre che  “prima”… Non è una polemica come le altre, questa, è solo una constatazione. Anche loro , gli esperti a posteriori, sono sgomenti. Delle due l’una: o hanno un “sapere” che è vero sapere e la loro scienza è basata su “fuffa”, su assunti non validi, oppure mentono deliberatamente. Io scelgo la seconda. Perchè mentirebbero? Per la semplice ragione che i dati della loro scienza, la sismologia, forniscono parametrazioni diverse per gli effetti di una scossa 5,8 scala Richter. Persone del posto, sfortunati amici, mi dicono che l’iter delle scosse più intense sia stato preceduto da effetti particolari come fischi e una sorta di esplosioni, con effetti fisici sulla gente come intontimenti e nausee. “Siamo in presenza di un nuovo tipo di sisma…” ci dicono, e ” ci saranno nuove scosse..” Una scienza che ha come assioma l’imprevedibilità delle scosse, attraverso i suoi esperti, ora ci dice che sanno prevedere “altre scosse forti”? Ecco perchè hanno buttato nel cesso la storia, che ci dice che la pianura padana, per via della sabbia su cui è nata, era una zona “non sismica”. Sempre  le stesse persone, riferiscono di “crepe ” nel terreno che si formano secondo la sismologia a 7 gradi nella scala Richter. Di tali crepe i media non parlano, cosi come hanno occultato le eruzioni sabbiose di Mirandola e zone limitrofe.  A parte le caratteristiche sussultorie e poi ondulatorie del sisma, la cui osservazione mostra l’ondulazione anomala, cioè prima in un senso e poi nell’altro… Tutto questo in una zona sotto la quale non esiste una “cintura gassosa” classica , quella sorta di condotto che è indispensabile per la generazione degli eventi tellurici. Ci sono quindi altre ipotesi da fare e sono sicura che non gli piacciano. Non stiamo quindi a fare il solito bar sulla possibilità di prevedere ‘prima’, diamo per scontato (ma a questo punto licenziamo i sismologi) che non sia possibile. Qui stiamo parlando dell’inutile ma per certi versi rassicurante spiegare ‘dopo’, che almeno fino a questi terremoti emiliani non era mai mancato.

Anna Laura, 30 maggio 2012

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