Un passo verso un altro sport

20 Ottobre 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
1. Per mille ragioni il calcio rimarrà nei secoli lo sport più seguito dagli italiani, a prescindere dai suoi scandali. Ma in tante cose il basket è arrivato prima: l’arbitro parlante e spiegante a fine partita è una di queste, esperimento partito con la Supercoppa e continuato in campionato. Una svolta fortemente voluta da Luciano Tola, 47 anni e da quasi tre mesi presidente del Comitato Italiano Arbitri: insomma, il Nicchi della pallacanestro.
Presidente Tola, come hanno funzionato le prime settimane di arbitro davanti al microfono Sky ad analizzare i suoi presunti errori?
Bene, perché a fine partita spieghiamo la regola agli appassionati partendo da un’azione contestata ma non è che ci mettiamo a fare la moviola. Per il momento non c’è contraddittorio con il telecronista, non è un caso.
Ritiene possibile anche nel calcio un esperimento del genere?
Sarebbe utilissimo per avere tifosi migliori, in quanto più informati. Domenica sera dopo una giornata sui campi da basket sono tornato a casa e ho seguito tre trasmissioni in cui si analizzavano alla moviola gli episodi contestati di Milan-Roma: sullo stesso fallo da rigore ho sentito tre interpretazioni diverse della regola. A questo punto meglio che sia l’arbitro a spiegare il perché delle sue decisioni.
Ma è possibile farlo quando ci si rivolge ad un pubblico di tifosi, che per definizione si sentono sempre derubati?
Il basket ha mediamente un pubblico più tranquillo e conoscitore degli aspetti tecnici del gioco, ma i tifosi urlanti li abbiamo anche nei nostri palazzetti. Penso che il calcio diventerebbe uno sport ancora più bello se, da Blatter in giù, si creasse un movimento di opinione per avere a bordo campo un quarto uomo con la tivù e la possibilità dell’instant replay. Giocatori e pubblico sarebbero meno nervosi, a questo punto penso che molte trasmissioni verrebbero cancellate.
Tornando al basket italiano, la base degli arbitri è d’accordo con questa svolta mediatica?
Sì. Qualcuno temeva di non avere la dialettica necessaria in televisione, ma per quello che si è sentito il problema non esiste. Mi sembra un ottimo servizio per gli appassionati veri, quello di spiegare una regola. Cicoria con l’interferenza a canestro in Supercoppa, i due falli antisportivi in Varese-Milano o anche il fresco esempio del quinto fallo fischiato a Moss in Biella-Virtus Bologna: l’arbitro può vedere male, è un essere umano, ma può sempre spiegare perché ha preso una determinata decisione. Detto questo, da quando è stato introdotto l’instant replay il 95% delle decisioni analizzate si è rivelato corretto.
Si arriverà mai all’arbitro che si trasforma in moviolista della sua stessa partita?
Difficile, vista la quantità di decisioni controverse che si prendono durante i 40 minuti. Però io sono favore dell’uscita dal grigiore, non solo per quanto riguarda le divise. Con Sky abbiamo trovato un’ottima collaborazione, tanto è vero che potremmo partecipare ad una trasmissione dedicata solo ad arbitri e regole in vista del prossimo Basket Day.
La NBA ha vietato agli addetti ai lavori, giocatori compresi, l’uso di cellulari e dispositivi elettronici da 45 minuti prima delle partite fino alle conferenze stampa del post. Lei qualche settimana fa è passato per nemico di Facebook…
Potrei fare la battuta che è stata la NBA a copiare noi, ma qui il problema è diverso. Un arbitro come cittadino è libero di avere rapporti con chi vuole, ma se va su Facebook e mette fra i suoi amici magari 30 giocatori e 4 allenatori come dovrebbero sentirsi gli esclusi? Insomma, è solo una questione di intelligenza. Sì alle spiegazioni, no alle discussioni da bar. (pubblicato sul Giornale di oggi)
2. In attesa dei tiri di Damon Jones, la miglior vittoria della Martos Napoli fino a questo momento è stata quella ottenuta ieri grazie al Coni. Che ha ridotto da 4 a 2 i punti di penalizzazione per irregolarità amministrative riscontrate nella scorsa stagione, confermando i 45mila euro di multa. La curiosità è che il ricorso era stato non di Napoli ma di…Rieti. La società salvatasi in modo eroico nel 2008-2009 con Lino Lardo in panchina non è infatti tecnicamente fallita cedendo poi il titolo sportivo, ma si è solo temporaneamente (?) trasferita a Napoli conservando onori ed oneri del passato. Un pasticcio avallato dalla FIP, immemore delle tante (a memoria tutte) fusioni fredde fallite nella storia recente.
3. Il basket NBA è ufficialmente diventato un altro sport, ma forse siamo noi a non capire. Perchè abbiamo letto solo dichiarazioni e spiegazioni minimizzanti, a partire da quelle del responsabile arbitrale della lega Joe Borgia. Non cambierà niente, in fondo la regola precedente non veniva rispettata, eccetera: la stessa logica di chi non riesce a punire un reato e allora lo depenalizza, con tanti saluti all’etica o più semplicemente a chi si è ammazzato di lavoro in palestra per eseguire un movimento corretto. Cosa è successo settimana scorsa, in estrema sintesi? Che la NBA ha trasformato un’usanza (cattiva) in una regola, consentendo due passi invece di uno dopo l’arresto o comunque l’interruzione del palleggio. Volgarmente è stato quindi sdoganato il quarto tempo, per la gioia delle stelle che già non si vedevano fischiare infrazione (maestro dei maestri Dwyane Wade) e che magari adesso staranno già pensando al quinto. I giocatori di fascia medio-bassa che vengono svernare in Europa avranno qualche problema di adattamento in più, per non parlare di quello che succederà a Mondiali e Olimpiadi o in qualche campionato europeo dove qualcuno vorrà essere ‘alla moda’. Presumibilmente la festa dei ‘consigli’ e delle regole non scritte. Ma il vero crimine sportivo è quello di andare nella direzione dell’atletismo-campionismo fine a se stesso (oltre che al marketing): la negazione dell’idea stessa di pallacanestro.
stefano@indiscreto.it

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