Sulle orme di Pedernera

10 Settembre 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

I tragici risultati di Diego Maradona come c.t. dell’Argentina (in piena zona spareggio con la quarta Concacaf, con possibilità di andare ancora più giù) hanno ricordato la precedente edizione in cui l’Albiceleste ha mancato la qualificazione alla fase finale di un Mondiale. Parliamo di Mexico 1970, che fu bucata dalla selezione guidata da Adolfo Pedernera. Uno dei più grandi calciatori argentini di sempre (appena sotto il livello Maradona-Di Stefano), quasi a voler confermare il luogo comune sul grande allenatore che deve essere stato sì un calciatore ma non un un fenomeno. Quell’ottima Argentina, senza fenomeni ma in una buonissima era a livello di club, non riuscì a prevalere sul Perù nella partita decisiva del girone (all’epoca la Conmebol ne aveva tre, non quello unico attuale), e Pedernera fu cacciato. Tutti sanno delle sue imprese in campo, ma va detto che anche in panchina la sua carriera fu più che buona: Boca, River, Independiente, Gimnasia, Huracan, il Nacional di Montevideo e altro. Fra questo altro la nazionale colombiana al Mondiale del 1962, ricordata più per l’incredibile gol da calcio d’angolo di Marcos Coll (con Jascin in porta!) che per il gioco espresso. E quindi? Nelle qualificazioni per il 1974 l’onore fu riscattato da Omar Sivori, che poi però non avrebbe guidato la squadra in Germania, (sostituito da Cap). Conclusione democristiana: il cervello può essere all’altezza dei piedi, ma anche no.
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