Senior Service, la rivoluzione di Feltrinelli

26 Gennaio 2023 di Stefano Olivari

Giangiacomo Feltrinelli è stato un grande editore e nella parte finale della sua vita un rivoluzionario quasi professionista, che trovò la morte il 14 marzo 1972 a Segrate, mentre cercava di mettere una bomba vicino a un traliccio dell’alta tensione. Aveva 46 anni e fra i vari effetti personali trovati nell’auto il più personale fu forse un pacchetto di Senior Service, le sigarette inglesi senza filtro (le stesse di James Bond) che fumava sempre. E proprio Senior Service si intitola la sua biografia scritta alla fine degli anni Novanta dal figlio Carlo, di cui l’anno scorso è stata pubblicata (da Feltrinelli) una versione aggiornata.

L’operazione di Carlo Feltrinelli, che oggi dirige lai casa editrice, ha un obbiettivo evidente: non ridurre la vita di suo padre alle mille ipotesi sulla sua morte, di cui si discute da mezzo secolo e che hanno quasi cancellato il lavoro di un editore che portò al successo mondiale Il dottor Zivago (i capitoli sul modo in cui comunicava con Pasternak sono forse i migliori) e Il gattopardo, affiancando la produzione letteraria alta a quella mainstream, la saggistica inserita nel sistema culturale di sinistra a quella dichiaratamente rivoluzionaria, pubblicando autentici manuali di guerriglia.

Da vivo però il Feltrinelli editore è stato oscurato dal Feltrinelli personaggio, al tempo stesso rivoluzionario e caricatura del rivoluzionario. Nato in una delle famiglie più ricche d’Italia, adolescente fascista diventato marxista sul finire della guerra, Feltrinelli prima aderisce al PSI e poi quasi subito al PCI, alle cui finanze contribuisce ma rimanendo sempre un battitore libero, temuto dai politici di apparato e di carriera. Nel 1954 fonda la casa editrice, che gli dà credibilità in campo culturale e politico, ma è proprio per il suo grande successo, Il dottor Zivago, che entra nel mirino del partito.

Non c’è bisogno di spiegare perché l’Unione Sovietica e i partiti comunisti satelliti, fra cui il nostro, osteggino la pubblicazione del romanzo, ma Feltrinelli tiene duro e alla fine viene espulso dal PCI. Siamo sul finire degli anni Cinquanta e dopo due matrimoni andati male incontra Inge, fotografa tedesca e futura madre di Carlo. Ricchissimo di suo, creatore anche di un’azienda di successo, riferimento per quella che lui crede essere una vasta area politica pronta a mettersi in movimento, Feltrinelli si stacca dalla politica istituzionale e guarda alle rivoluzioni in divenire o appena avvenute nel mondo. Nasce un grande rapporto con Fidel Castro, per merito del quale pubblica Diario in Bolivia: altro successo mondiale, con Che Guevara reso iconico anche dalla famosa foto di Albert Korda, che fu Feltrinelli a far diventare una delle immagini più popolari di sempre.

Una vicenda che nel libro di Carlo Feltrinelli si approfondisce poco, e invece secondo noi molto interessante, è il progetto di fare della Sardegna una Cuba europea, legandosi all’indipendentismo (ed anche al banditismo) sardo, mentre invece è ricco di dettagli il post Piazza Fontana. Da lì Feltrinelli entra in clandestinità senza un vero perché (prima che sia attribuita ad estremisti di destra, la prima pista per la strage è quella anarchica), e fonda i GAP, Gruppi di Azione Partigiana, chiaro riferimento ai GAP e quindi al mito della Resistenza tradita, base di buona parte del terrorismo di sinistra anni Settanta.

Conoscendo già quasi tutta la storia politica di Feltrinelli ci siamo appassionati di più alle vicende personali, anche a questo bambino che incontra il padre in clandestinità ma certo non ricercato in maniera pressante, visto che gira per Milano indisturbato e che saltuariamente si fa vedere nelle sue varie case, cercando di lasciare qualcosa di sé al figlio. Un miliardario che gioca a fare la rivoluzione: a decenni di distanza Carlo Feltrinelli ha cercato di smontare questa definizione del padre, data anche da molta sinistra nostalgica del PCI. Non c’è riuscito, ma per gli appassionati della storia recente d’Italia il libro è imperdibile.

stefano@indiscreto.net

 

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