Residenza a Monte Carlo

25 Gennaio 2024 di Stefano Olivari

Cosa serve per avere la residenza a Monte Carlo? La popolarità di Jannik Sinner ha reso d’attualità una domanda che in realtà è d’attualità da decenni, ma che soltanto quando ci sono di mezzo gli sportivi fa scattare istinti moraleggianti. Come se l’esterovestizione di tante grandi aziende, ignorata dai media di cui sono inserzioniste, fosse meno grave. In realtà in mezzo ai tanti taroccatori Sinner è il bersaglio sbagliato visto che lui a Monte Carlo risiede e si allena davvero: lo ha fatto anche all’inizio del 2024, prima di volare in Australia. Perché dovrebbe essere orgoglioso di regalare i soldi guadagnati al 100% per propri meriti? Non ereditati, non rubati, non avuti per caso. Il babypensionato i soldi li rubi al 14% di italiani che paga i due terzi dell’IRPEF. Sinner fa insomma benissimo.

Ma al di là di Sinner, pronto a tornare mediaticamente tedesco se dovesse perdere con Djokovic stanotte, cosa serve per avere la residenza a Monte Carlo nel 2024? Le motivazioni non sarebbero ovviamente turistiche, visto che il Principato di Monaco è il posto più brutto del mondo in rapporto al patrimonio dei residenti, ma fiscali. Monaco non prevede alcuna imposta sul reddito delle persone fisiche, né sul loro patrimonio, mentre al di là dei luoghi comuni diverso è il trattamento delle società. Se traggono più di un quarto del loro fatturato da operazioni o vendite all’estero allora pagano imposte che possono arrivare al 33,3% degli utili. Non si può generalizzare, perché i brevetti ed la proprietà intellettuale a Monaco sono soggetti a leggi diverse e a minori imposte, ma certo è che per le imprese i paradisi fiscali sono altrove.

Facciamo l’esempio concreto di un italiano che volesse trasferire la propria residenza a Monte Carlo, come capitato negli anni scorsi ad un amico che poi ha cambiato idea. Un buon punto di partenza è quello di non essere francese, perché se lo fosse non avrebbe alcun vantaggio fiscale. Di base la domanda di residenza può essere presentata quando ci si trova in almeno una, ma è meglio due, di queste situazioni: 1) Affitto o proprietà di un immobile nel Principato coerente con le dimensioni della famiglia (nessuno si illuda di cavarsela con un monolocale, che forse nemmeno esiste); 2) Essere il proprietario o l’amministratore di un’azienda o di un’attività economica con sede nel Principato; 3) Avere un patrimonio che comunque consenta di vivere a Monte Carlo senza lavorare.

Il delitto perfetto, bypassando esami che ci dicono essere abbastanza seri, è ovviamente sposare un cittadino monegasco o lavorare davvero per un’azienda locale: Hütter non ha dovuto superare alcun esame, diversamente da Sinner quando nel 2020 ha presentato domanda. Nella sostanza fra preparazione dei documenti, colloquio introduttivo, accertamenti sui precedenti penali e sulla fondatezza dei documenti, possono passare due mesi, più un mese per arrivare al colloquio ufficiale ed altre settimane per la due diligence definitiva. Fra una storia e l’altra l’iter può durare sei mesi e l’esito non è scontato perché essere residenti monegaschi è un privilegio (per noi anche essere residenti italiani, ma da stupidi non lo facciamo pesare). E quindi? Residenza a Monaco, con gli obblighi di permanenza che di fatto si riducono a tre mesi all’anno, consigliabile a professionisti di un certo livello, persone d’affari ed ereditieri.

stefano@indiscreto.net

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