Professionisti a casa

2 Ottobre 2009 di Stefano Olivari

Nella notte è iniziata la preseason NBA (Jazz-Nuggets la prima partita), con la questione arbitri ancora irrisolta. O risolta? Perchè la lega ha per il momento rimediato allo sciopero arruolando 62 elementi. Esattamente metà, 36 con esperienza in NBDL, 14 con un recente passato in WNBA e Division I della NCAA, 2 addirittura cacciati qualche anno fa dalla stessa NBA, i rimanenti con un curriculum più modesto; quasi tutti, in ogni caso, hanno diretto in summer league di primo piano. Non crediamo interessino i dettagli del contratto collettivo degli arbitri in discussione (e scaduto l’1 settembre), per il momento l’unica certezza è l’incasso a partita dei 62 rimpiazzi: 1.100 dollari lordi a testa. Morale liberista: siamo tutti sostituibili. Morale catto-comunista, che per una volta nella vita ci sentiamo di condividere: il professionismo arbitrale totale non può essere senza garanzie, se il tuo potenziale datore di lavoro è uno solo. Se no ci meritiamo i nostri arbitri semi-dilettanti ed i loro lavori dalla definizione vaga: ‘consulente’, ‘broker’, ‘imprenditore’, ‘educatore’.

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