Mon amour
Panenka, Amoros e fantasia
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2007-07-20
In un caldo torrido e con un vento terribile il giorno 24 giugno 1982 allo stadio Josè Zorilla di Valladolid Francia e Cecoslovacchia si sfidano per determinare quale squadra si qualificherà come seconda nel gruppo D alle spalle della già promossa Inghilterra; la Francia parte con un importante vantaggio, avendo battuto il Kuwait (compito in cui Panenka e compagni non sono al contrario riusciti), può permettersi di qualificarsi anche con un pareggio. Hidalgo conferma gli undici che hanno ben figurato nella partita precedente contro i mediorientali, ovvero il tridente Soler–Lacombe–Six, e un centrocampo molto tecnico con Giresse e Genghini ai fianchi di Platini nell’insolita veste di mediano difensivo. Venglos invece tiene in panchina Panenka e schiera a sorpresa Nehoda a centrocampo.
La Cecoslovacchia gioca il primo tempo con il vento a favore e con alcune iniziative individuali fa tremare la difesa guidata con molte incertezze da Jean-Luc Ettori: un calcio piazzato di Nehoda su cui non interviene nessuno (15°), una bella azione personale del centravanti Vizek che termina alle stelle (23°) un tiro deviato da Giresse (37°) e un corner di Masny che Ettori blocca con molte difficoltà in due tempi (43°). La Francia reagisce con qualche azione sull’asse Platini–Soler ben conclusa da Lacombe, ma la sensazione è che la gestione del risultato sia tutt’altro che semplice, nonostante il gioco dei Bleus sia più fluido rispetto a quello dei Cechi; le numerose situazioni di palla inattiva (Casarin, che è l’arbitro, fischia spesso) favoriscono i più prestanti giocatori in maglia bianca, creando ogni volta grossi pericoli per la difesa francese.
All’inizio della ripresa la Francia, che dovrebbe essere favorita dal vento a favore, gioca un quarto d’ora da infarto rischiando di capitolare per ben tre volte sempre su palla inattiva con Vizek e Nehoda, Ettori è impotente davanti a questo supplizio e manca una mezz’ora che rischia di diventare lunghissima. Proprio nel momento di massima sofferenza, durante una sortita offensiva della Francia, uno spiovente di Giresse arriva nel cuore dell’area ceca, Vojacek stacca bene di testa per liberare, ma il forte vento contrario mantiene la palla nei pressi dell’area; Soler ne approfitta e di testa serve Lacombe, il centravanti in scivolata anticipa Barmos ed il portiere Stromsik resistendo ad una carica del difensore. Mentre la palla rotola già lentamente verso la rete arriva Didier Six, che ha seguito l’azione e può ribadire per il più facile dei gol. L’inerzia della partita a questo punto cambia, entra Panenka a dare qualità alla manovra ceca ma la Francia è padrona del campo: Soler centra il palo, Giresse spara alto da buona posizione, Platini tenta il tiro dalla distanza mancando il gol di poco.
Minuto 84, una pallonetto di Bicovsky arriva in area francese, sul lato sinistro, Vizek è in anticipo su Bossis e si aggiusta il pallone di petto, il difensore del Nantes non riesce a frenare la propria corsa e appoggia le mani sull’attaccante ceco che si lascia cadere; Casarin fischia il rigore nonostante le proteste dei Francesi (secondo noi ingiustificate)…lo specialista Panenka spiazza Ettori e la partita è riaperta: mancano ancora sei minuti da batticuore. I Galletti resistono più o meno a fatica ma al novantesimo una punizione da posizione defilata si trasforma in un incubo per la difesa francese: Nehoda scodella in mezzo, Ettori esce come al solito malissimo, Tresor non riesce a liberare, la palla rimbalza in area e Bicovsky la colpisce contrastato da Girard e dallo stesso Ettori…seguendo una strana traiettoria la palla si dirige verso la rete, Bossis è in ginocchio, non può arrivarci, sembra gol fatto ma dal nulla spunta Amoros che di testa, con un riflesso prodigioso, colpisce il pallone ed evita il gol…la palla però resta in area piccola e ancora Bicovsky tenta la mezza girata con un tiro sporco che sfiora l’incrocio dei pali, con Amoros che segue questa volta impotente il susseguirsi dell’azione…il pallone per fortuna esce e Platini non appena ne ha la certezza, si appende alla traversa, come per scaricare l’enorme tensione…Passano pochi secondi e prima che la partita termini Panenka fa ancora in tempo a rifilare una “vecchietta” a Platini provocandogli un forte ematoma alla coscia destra…in questa battaglia si erano già infortunati Lacombe, Bossis e Janvion anche se gli ultimi due, indispensabili, erano rimasti in campo.
L’angoscia è finita, la Francia è praticamente qualificata (in realtà con questo risultato bisogna sperare che il Kuwait non batta l’Inghilterra con cinque gol di scarto, cosa assai improbabile), ma le brillanti dichiarazioni di Platini fanno capire quanto la partita sia stata carica di tensione “Noi abbiamo avuto paura, è vero, ma è stata una partita molto tattica…meglio uscire a testa bassa e qualificati che a testa alta ma eliminati”. L’eroe della partita è comunque il ventenne Manuel Amoros, che ha salvato letteralmente un gol già fatto con un intervento miracoloso: senza il suo salvataggio, la storia del Mundial 1982 sarebbe stata scritta diversamente. Il giorno dopo l’Inghilterra batte agevolmente il Kuwait con gol di Trevor Francis e si qualifica alla seconda fase a punteggio pieno (exploit riuscito solamente al Brasile di Zico e Falcao); la Francia è così qualificata come seconda davanti a Cecoslovacchia e Kuwait.
A questo punto è interessante fare alcune brevi considerazioni sulla formula organizzativa del Mundial spagnolo. Mentre oggi in tutte le manifestazioni di una certa importanza le ultime due partite del girone di qualificazione vengono giocate in contemporanea, per evitare calcoli antisportivi, nel 1982 le teste di serie del girone avevano la possibilità di giocare l’ultima partita il giorno dopo delle loro avversarie, sapendo così in anticipo quale risultato sarebbe stato necessario per qualificarsi. Questo aspetto organizzativo ha poca importanza nel girone della Francia, ma diventa essenziale perchè Germania Ovest e Austria, nel girone B, si accorderanno vergognosamente per far fuori l’Algeria, che nella partita d’apertura del girone aveva sorprendentemente battuto Rummenigge e compagni.
Per la seconda fase del Mondiale si qualificano le prime due squadre di ognuno dei sei gironi, queste vengono raggruppate in quattro mini-gironi da tre squadre che si sfideranno a Madrid (stadi Calderon e Bernabeu) e Barcelona (Nou Camp e Sarrià). Il calendario della Coppa 1982 prevede che nel mini-girone del Vicente Calderon, insieme alla seconda del Gruppo D (cioè la Francia) ci siano la seconda del gruppo B e la prima del gruppo E (secondo le previsioni l’Austria e la Spagna): una situazione costruita su misura per i padroni di casa. In realtà le cose vanno molto diversamente: la Spagna, nonostante un numero vergognoso di aiuti arbitrali (tipo rigori assegnati e fatti ribattere qualora sbagliati) riesce a perdere contro l’Irlanda del Nord (che si qualifica così come prima) mentre la Germania Ovest, battuta come detto dall’Algeria di Madjer e Belloumi, è costretta a “chiedere l’elemosina” ai cugini austriaci nell’ultima partita battendoli uno a zero in una partita nota come “la farsa di Gijon” (gol di Hrubesch al 10°), qualificandosi come prima. Così all’Inghilterra che si è qualificata a punteggio pieno tocca un girone proibitivo al Bernabeu contro le Furie Rosse e la Mannschaft, mentre la Francia, passata in maniera assai faticosa, capita in un girone con Austria ed Irlanda del Nord, sicuramente molto più abbordabili. Hidalgo e la sua squadra hanno avuto un notevole colpo di fortuna, ma adesso è compito loro meritarsela. Intanto, nella prima partita contro l’Austria, ci sono molte probabilità che Michel Platini non ci possa essere, il colpo di Panenka fa ancora male…
Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com