Nesta era meglio di Cannavaro

9 Agosto 2002 di Stefano Olivari

Bar Inter, venerdì 9 agosto 2002. Sono quasi tutti in ferie, anche se quasi nessuno ha lavorato. In ferie ma a Milano, con tapparelle abbassate e canottiera. Solo qualche puntata dal Nino, tanto per non ammazzarsi di seghe nel cesso mentre la moglie o la madre stanno guardando un film con Alberto Sordi, quasi sempre quello in cui lui fa il medico marchettaro. Ci sono tante notizie di Inter su cui sputare sentenze, ma l’assenza di partite vere ha un po’ spento gente già spenta di suo. Da due settimane il Walter, che ha mandato la renna in una tintoria lurida (ci sono da togliere le ditate di patatine di un anno) spara su Ronaldo, e gli altri annuiscono e basta.
Però l’acquisto di Cannavaro, chissà perchè, fa salire la vivacità della discussione. Franco è sicuro: ”Con Cannavaro si fa il salto di qualità, possiamo fare anche la difesa a tre”. Analisi tattica resa più credibile dal cambio di camiciola: da azzurra a bianca con righe azzurre verticali, sbiadite da lavaggi a mille gradi. Gigliola, la moglie di Franco, oltre che togliere i colori agli orrendi vestiti del marito ha anche allevato due figli ciccioni e sudaticci, che si nutrono quasi solo di Rodeo e Bounty. Hanno 13 e 11 anni, Lothar Emanuele e Andrea, e il padre dice che sono le stelle delle rispettive formazioni, nell’Unione Calcio Milanese, l’UCM, orgoglio del quartiere. Non è vero, ma il calcio giovanile al bar interessa poco e così via di annuimento.
A Max Cannavaro non piace: ”Moratti ha fatto l’ennesima cazzata. Ha buttato al cesso centinaia di miliardi, fra Farinos e tutte le altre seghe che sono passate da noi, e adesso per risparmiare qualcosa su Nesta, il miglior difensore del mondo, è andato su una soluzione di ripiego”. Parole pronunciate con la sicurezza dell’uomo di successo, i suoi tre anni in uno di liceo scientifico sono andati bene (retta dell’istituto: 9 milioni di lire all’anno) bene, e adesso, a 18 anni, potrà iscriversi alla quarta in un liceo normale.
Il Lele dice la sua: ”Mi ha detto Facchetti, io Facchetti lo vedo sempre perchè è proprietario di due appartamenti sotto i miei, che Cannavaro sarà usato come pedina di scambio proprio per Nesta”. Naturalmente Facchetti non ha mai detto niente al Lele, che del resto non ha mai visto in vita sua. Forse non ha nemmeno due appartamenti. Magari ne ha duecento, oppure vive in una favela di Bergamo. Fatto sta che ogni tifoso interista asserisce di conoscere personalmente un dirigente dell’Inter, o perlomeno un osservatore. Oooh di meraviglia del bar, mentre Vito sta spiegando a Budrieri come funziona il videopoker. L’Oooh era chiaramente una presa per il culo, ma il Lele pensa di avere guadagnato punti. Non c’è il Gianni a ribattere: è a Porto Cervo (così ha detto) con una troia rumena, che incamera gli utili in nero della sua carrozzeria e degli altri traffici che ha in piedi. Così tocca al Walter riportare l’ordine, lisciandosi il baffo: ”Per me Cannavaro rimane, ma non è da Inter. Nesta è tutta un’altra cosa, nessuno comanda la difesa come lui. Mi ricorda un po’ il povero Picchi, anche se Picchi era un’altra cosa. Cannavaro è un muscolare, alla Ferri. Ma Ferri era uno vero, che non mollava mai. Date retta a me, che di partite ne ho viste tante: Cannavaro non è da Inter….”. (6-purtroppo continua)
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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