Nessuno interrompe De Laurentiis

26 Settembre 2011 di Dominique Antognoni

di Dominique Antognoni
Parla, parla, parla. Non lo ferma nessuno: quando va a Sky, poi, si lancia in discorsi infiniti. Non fosse per le esigenze di chiudere il programma starebbe a parlare fino a tarda notte. Per una frase gli occorrono dieci minuti. Fa pause teatrali, cento parole per esprimere un concetto che la gente ha capito dopo le prime cinque. Si prende tutto lo spazio che vuole, tanto nessuno lo interrompe. Aurelio De Laurentiis viene trattato con i guanti, come gli altri presidenti dei club che contano: la differenza è il suo tempo di permanenza davanti alle telecamere.
In più, mai una domanda scomoda, che lo possa mettere in imbarazzo. Tutti a sua disposizione, come se Sky fosse roba sua. Non contento si permette perfino di attaccare la miglior tv italiana (per apprezzare Sky basta seguire un minuto degli Speciali Champions della Rai o della versione radiofonica di Controcampo), accusandola di non dare abbastanza spazio al Napoli. Poco spazio al Napoli? A parte il fatto che non è vero, si potrebbe ricordare che nell’ultimo ventennio il valore del Napoli è stato un terzo di quello dell’Udinese, eppure non è che i Pozzo sbraitino in tv per rivendicare ore di programmi dedicati. A qualsiasi domanda De Laurentiis risponde partendo da Adamo e Eva: con i suoi attori, i contratti cinematografici, come se al pubblico del calcio potesse interessare. Ti fa sbadigliare, ma lui è convinto di fare divertire. Fino a un decina di anni fa sapeva a malapena che il pallone fosse sferico, adesso racconta di quello che ha visto a Barcellona senza rendersi conto di essere a dir poco ridicolo. Scusi, De Laurentiis, se lei ha sentito parlare della Masìa solo nel 2011 non è colpa di nessuno. Figuriamoci però se qualcuno ha il coraggio di dirle che del modello Barcellona parla da decenni anche il Gazzettino dell’oratorio e che molti hanno cercato di copiarlo senza riuscirci: magari fra vent’anni ci riuscirà quella che lei ha chiamato Scugnizzeria, al momento i Cavani vanno comprati e pagati. Su tutto poi aleggia la solita storia della ‘simpatia’ di Napoli e del Napoli, della serie A che ha bisogno di un grande Napoli, sulla riscossa del Sud, eccetera: non siamo italiani e non la capiremo mai. A chi è simpatico il Napoli? Al massimo ai suoi tifosi, come tutte le squadre del mondo. In un certo senso de Laurentiis è comunque un personaggio utile alla televisione, perché fa ridere. Ma non con i suoi film comici. In un mondo in cui si chiede il licenziamento di un allenatore dopo un pareggio e si dileggia un portiere perché si fa sfuggire un pallone infangato, solo i presidenti godono di immunità. La vera domanda è quindi: Sky Italia sta in piedi perché c’è il calcio o il calcio italiano esiste solo perché c’è Sky?

Dominique Antognoni
(26 settembre 2011)

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