Basket

Morse doveva giocare

Fabrizio Provera 11/06/2013

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Gli dei del basket seguono traiettorie impercettibili (va da sè) per noi umani, come cantava giustamente Franco Battiato,  tanto da mettere persino lo zampino nei pronostici di semifinale che avevamo quasi perfettamente azzeccato, dopo il bingo di quelli dei quarti. Siena-Varese è finita 4-3, come abbiamo scritto, grazie soprattutto al fattore H (come Hackett), lo stesso che in gara 7 ha fatto la differenza anche contro Milano, poche settimane fa, al cospetto nostro e del Direttore. Onore peraltro a Varese, che ha fatto tornare a Masnago la leggenda Bob Morse e rispolverato le jersey bianco-nere di epoca/epica Mobilgirgi. Merito dell’intuizione ‘motivazionale’ di Gianmaria Vacirca, che ha lasciato molti dei suoi indelebili segni nella grandissima stagione varesina.

Avevamo praticamente azzeccato anche il pronostico di Cantucky-Roma (4-2, scrivemmo sulle colonne indiscrete), poi però sul 3-2 e col match point da giocarsi al Pianella gli Dei del basket hanno pensato che Andrea Trinchieri meritasse una lezione, e allora è finita 4-3 per Roma. Che ha vinto la serie con grandissimo ed indubitabile merito, specie grazie al duo di assi che ha in panchina. Ci riferiamo a Marco Calvani – da noi ribattezzato il Lord del Raccordo Anulare: una persona squisita, un vero galantuomo – e soprattutto a Nicola Alberani, il Billy Beane della Garbatella, il gm che ha scoperto Lawal ed altri assi a prezzi da saldo estremo, un under 40 di solidissime speranze fidanzato a una ragazza di straordinaria bellezza. Un motivo in più per guardare le partite di finale al Palatiziano: solitamente,la signorina si accomoda ai lati destri del parterre.

Cantucky ha dunque solo sfiorato il miracolo, quello che Werther Pedrazzi ci aveva confidato la sera di gara 4 contro l’Acea: ‘Se dopo tutto quello che è successo va in finale, Trinchieri compirà un autentico miracolo’. Solo sfiorato, carezzato. Una tappa, sportiva ed umana, verso il consolidamento della carriera di quello che il sottoscritto reputa, già adesso, il miglior tecnico italiano. Messina gioca a parte, of course. Si chiude pertanto, dalle parti di Cucciago, una stagione di luci ed ombre. Si partì a settembre, con la trionfale vittoria di Supercoppa a Rimini, proseguendo con le vittorie di Eurolega contro Real Madrid e Fenerbahce. Ma passando anche dal doloroso addio a Markoishvili, dalla debacle di coppa Italia, dalle sconfitte contro la Caserta rammendata con cerotti usati e la Biella del post ritiro a Novarello (…). Domani è un altro giorno, a dirlo è lady Cremascoli. Con Trinchieri o meno? Non lo sappiamo. Sappiamo che non succederà a Sergio Scariolo. Tertium… E adesso, il pronostico della finale scudetto..

ACEA ROMA- MPS SIENA 2-4 – L’urlo del Palatiziano non è come quello del Palaeur di 30 anni fa, descritto da un bel libro di Luca Pelosi, ma vale secondo noi almeno due vittorie. Datome, specie se giocherà senza infiltrazioni alla caviglia dolorante, e Lawal – centro borderline da Nba, copyright Trinchieri – sono armi pericolose, come il redivivo Goss e il sapiente Bobby Jones. I comprimari, D’Ercole, Czyz e Lorant, sputeranno sangue.  Calvani non sarà Valerio Bianchini, ma ha passione capitolina vera che scorre nelle vene. Tuttavia Siena – col miglior Moss da anni a questa parte, Brown forse partente ma potenzialmente letale, Hackett arso dalla sete di vittoria, Ress leader saggio ed oscuro – gode a nostro avviso dei favori del  pronostico. Completerebbe così  una clamorosa rimonta, cominciata nei quarti, mettendo in fila le numero 4, 1 e 3 della stagione regolare. Dopo aver tramortito la Cimberio anche nella finale di coppa Italia al Forum. Intanto Ferdinando Minucci, abilissimo uomo di relazioni, tratta su tre tavoli distnti per compensare il sempre minor gettito proveniente dai forzieri Mps di rocca Salimberni: Ferrero, un gruppo francese legato a Kipsta e soprattutto una potente famiglia presente nella sanità (comincia per A e finisce per ini, sembra..), ossia i tre potenziali e futuri sponsor. Capaci di garantire altri anni di sole se non splendente forse non così calante, sull’impero del Granducato.

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