Mazzanti alla fine

4 Settembre 2023 di Alberto Rapuzzi

La lunga estate del volley femminile raggiunge la fine della sua seconda tappa, con le finali del Campionato Europeo a Bruxelles. Dopo il bronzo conquistato da una orgogliosa e meritevole Olanda contro un’Italia inguardabile ci siamo rifatti gli occhi con una finale fantastica tra Turchia e Serbia, vinta dalle turche per la prima volta nella loro storia dopo due precedenti argenti, vittoria al tie break (15 a 13). Grandissimo equilibrio, set sempre punto a punto, e poi in vetrina i due fenomeni, Melissa Vargas 41 punti, decisiva come sempre, e Tijana Boskovic 37 punti, anima totale della sua squadra: difficile capire per la Serbia dove l’abbia persa, forse l’unica risposta è la più banale, che su due uno vince e uno perde.

Dato a Vargas e compagne ciò che è loro, non si può non sottolineare il filotto di Santarelli, campione del mondo con la Serbia e poi con la Turchia vincitore di VNL ed Europeo. Gli invidiosi sottolineano l’arrivo della cubana, certamente fondamentale, ma va rammentato che Guidetti sapeva come tutti di questo rinforzo ma non credeva in ogni caso più in quella squadra. Inoltre Santarelli ha cambiato le metodologie di allenamento, ha richiamato il forte libero Orge che neppure veniva convocato precedentemente, dando anche spazio in palleggio alla giovane ma precisa ed efficace Elif Sahin. Non ultimo si è fatto accettare dalla squadra, creando empatia e un bel clima per stare insieme, seguito con convinzione dalle sue determinate giocatrici che poi hanno ripagato lui e la federazione che lo ha scelto e appoggiato. Un premio anche a un movimento che investe molto e sta cercando di dare l’attenzione che merita al settore giovanile, senza contare che non si vergogna di attrarre le eccellenze professionali che ci sono in giro, per imparare e crescere.

Immergendoci nella melma del nostro mare, prima di ogni altra considerazione bisogna tornare indietro al Mondiale scorso, che aveva lasciato numerosi problemi di rapporti tra compagne di squadra ed anche di molte di loro con il coach. Il tempo intercorso fino alla VNL non è servito a ricomporre determinate situazioni, al punto che le esclusioni di Moki De Gennaro e di Caterina Bosetti non hanno una giustificazione prettamente tecnica, mentre Chirichella arrivava da stagioni insufficienti e nel suo ruolo la concorrenza è comunque forte.

Poi sul tavolo è rimasto il problema di relazione tra Paola Egonu e Davide Mazzanti, che inserita nell’Europeo insieme ad Orro e Pietrini (la migliore), si è ritrovata in panchina, sostituita da Antropova, appena arrivata per le lungaggini nella concessione della cittadinanza. Ekaterina è certamente una giovane dal grande potenziale, ma senza esperienza internazionale a questi livelli: forse si poteva darle spazio gradualmente, o provarle a farle coesistere visto che fino alle semifinali in pratica sono state tutte partite di allenamento.

Mazzanti nelle interviste non è mai stato trasparente, (non) spiegando le motivazioni delle sue ardite scelte, sta di fatto che alla prima partita seria, la semifinale con la Turchia, nel momento di difficoltà si e’ aggrappato a Egonu per cercare di venirne fuori, facendo un bel passo indietro. Sui suoi time out poi ci sarebbe altro da dire, soprattutto se rapportati a quelli dei suoi colleghi. Sicuramente Paola non deve essere semplice da gestire e avrà fatto i suoi errori all’interno del gruppo, però è anche evidente che senza di lei protagonista e convinta al momento non siamo una squadra che può vincere. Inoltre c’è da chiedersi se non abbiamo di meglio di Parrocchiale, De Gradi e Omoruyi da chiamare per una panchina più competitiva. Tra l’altro le nazionali giovanili vincono tanto, però a differenza di quanto accade nel settore maschile non stanno offrendo novità da lanciare: poche riescono a completare il salto.

Pur rimanendo enormi i dubbi sulla gestione tecnica e sulla posizione della federazione non c’è adesso tempo per cambiare molto. Tra dieci giorni in Polonia iniziano le qualificazioni per le Olimpiadi, sono gironi da otto dove passano le prime due, non sarà facile per come siamo ridotti e perché troveremo squadre forti come Polonia, USA e Germania. L’ultimo paracadute potrebbe  essere il ranking, dove siamo messi abbastanza bene, ma è prematuro parlare.

Tornando all’Europeo in generale, bisogna dire che è stato un torneo lunghissimo, troppo: 24 squadre hanno comportato numerose partite senza storia, con 3 a 0 già scritti, non un bello spot per questo sport, in pratica sono iniziati dalle semifinali. Servirebbe una scrematura, premiando le migliori in seconda fascia. Fa però comodo coinvolgere tante federazioni che poi votano, è meglio anche per i diritti televisivi se tutti si sentono coinvolti. La salute delle atlete resta un dettaglio non prioritario e così si andrà avanti.

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