Maternità surrogata o utero in affitto?

21 Marzo 2023 di Stefano Olivari

La maggior parte delle domande è tendenziosa, quindi un sondaggista che chieda a un passante cosa ne pensi della maternità surrogata, espressione ipocritamente soft, vuole arrivare ad un risposta diversa da quella del sondaggista che chieda un’opinione sull’utero in affitto, espressione che già contiene una condanna. Chiaramente il passante è più interessato al VAR su Rabiot che ai grandi temi etici, ma i giornalisti si appassionano a queste cose e quindi danno per scontato che interessino anche ai lettori. La vera domanda secondo noi sarebbe però questa: nel caso volessi avere un figlio e per qualsiasi motivo non potessi averlo, fino a quale punto sarei pronto a spingermi?

Per maternità surrogata, versione progressista del conservatore utero in affitto, si intende quel tipo di procreazione assistita in cui una donna, almeno sul fatto che occorra una donna saremo tutti d’accordo, porta avanti la gestazione ed il parto per conto di una coppia o di un single, etero o omosessuali che siano. Che la fecondazione avvenga con spermatozoi e ovuli della coppia sterile è in questo dibattito una questione secondaria, il punto è se sia giusto usare una donna che non si conosce, una donna evidentemente spinta dalla povertà, per soddisfare il desiderio di avere figli.

Non è invece secondario ricordare che in Italia la maternità surrogata è illegale, con pene anche molto severe, e che gli italiani che ricorrono a questa pratica all’estero entrano in una zona grigia in cui la gravidanza viene portata avanti legalmente ma il riconoscimento del bambino in Italia porta ad una serie di problemi, primo fra tutti quello della posizione del genitore non biologico: nelle coppie omosessuali maschili logicamente uno dei due non lo è, mentre in teoria in quelle femminili potrebbero esserlo tutte e due le donne.

Certo le questioni tecniche scompaiono di fronte a quella principale e cioè se la ricerca di un figlio giustifichi una pratica classista. Dove il classismo non risiede nei costi elevati, tutta l’operazione difficilmente costa sui 100.000 euro e cioè due box in centro a Milano, ma nell’uso commerciale del corpo di una donna in difficoltà. Difficile dare una risposta che valga per tutti, così come la divisione destra-sinistra è secondo noi soltanto mediatica, ognuno ragiona con la sua testa e non con quella della Meloni o della Schlein.

Come al solito non siamo neutrali: la maternità surrogata è una cosa culturalmente orribile, ma fra chi la pensa così (il 99% delle persone) tante persone pensano anche che lo sia meno di una vita senza figli. Noi personalmente in caso di necessità ne avremmo usufruito di sicuro, quindi siamo per il sì per coppie etero, coppie omosessuali, single. Senza dimenticare che qualsiasi posizione sul tema dà per scontato che la procreazione sia l’incontro, più o meno artificiale, fra qualcosa di maschile e qualcosa di femminile, come in effetti è: insomma, la sconfitta di quell’ideologia e di quell’estetica criptogay, quando non direttamente gay, che sono l’architrave dei media mainstream di oggi (siamo abbastanza vecchi per ricordare quando Rai 1 veniva definita ‘La rete cattolica’, davvero altri tempi). Domanda quindi semplice: maternità surrogata o utero in affitto?

Maternità surrogata o utero in affitto?

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