Musica

Måneskin, italiani veri al top in Europa

Paolo Morati 25/05/2021

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Sappiamo bene che le classifiche di iTunes sono solo una piccolissima indicazione di quanto sta accadendo tra i gusti di chi ascolta musica. Vedere però nelle classifiche europee degli album più venduti (Regno Unito compreso, dove mentre scriviamo è al sesto posto) un album italiano, cantato in buona parte in italiano e in un genere che (erroneamente) all’estero non viene associato al nostro Paese non può che far piacere. Primo in Austria, Finlandia, Grecia, Norvegia, Spagna… secondo nei Paesi Bassi. e Svizzera… terzo in Belgio… quinto in Germania… 

Stiamo parlando di Teatro d’Ira Vol. I dei Måneskin, freschi vincitori dello Eurovision Song Contest che stanno raccogliendo immediatamente quanto seminato, dimostrando come il vero problema per chi non è nel giro ‘anglofono’ sia ottenere quella visibilità negata forse proprio per una diffidenza e senso di superiorità di chi sta oltremanica, ma magari anche alimentato da noi stessi italiani sempre pronti a denigrare i nostri. Andrea Bocelli a parte, a memoria non ci ricordiamo di un album in italiano nelle classifiche iTunes inglesi (da verificare poi quelle ufficiali, ma attenzione che è già anche nella Top di Amazon dei CD e vinili più venduti), il che ci deve far riflettere su come se si ha l’occasione di superare certe barriere e luoghi comuni esista uno spazio per emergere. A patto ovviamente di fare le cose per bene e con le caratteristiche giuste. 

Al di là del fatto che la caratura dei quattro sembri promettente (indubbi il carisma e la sicurezza sul palco), è chiaro che quanto sta accadendo in questi giorni deve ancora essere verificato sul medio e lungo periodo, anche se su Spotify (vero termometro di cosa ascoltano oggi i ragazzi) Zitti e Buoni sta scalando le classifiche un po’ ovunque (attualmente è nella Top 10 a livello globale, al 12 in quella UK, e via via meglio altrove). Ma il progetto internazionale dei Måneskin, come abbiamo già avuto modo di scrivere, era già chiaro guardando alla perfezione di tutto quanto ha ruotato attorno alla presenza della band romana a Rotterdam, da subito capace di attirare positivamente l’attenzione. Anche in questo caso non facciamo previsioni, ci limitiamo solo a dire che a volte bisogna crederci un po’ di più e che a 31 anni dalla vittoria di Toto Cutugno con il suo inno europeo, altri quattro italiani veri cercano di farsi strada in Europa, ma con un genere totalmente diverso. Per ora tutti zitti e buoni. Poi si vedrà.

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