L’idea di Anconetani

18 Settembre 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Parleremmo per giorni della storia della Mitropa, ma ci sono due problemi: a) interessa a pochi; b) la parte più gloriosa l’abbiamo già affrontata mentre quella più triste può essere sintetizzata in due fasi (per non dire due frasi). Negli anni Cinquanta (ripartì nel 1955, dopo una pseudoedizione nel 1951) e Sessanta fu un torneo minore rispetto alle altre nascenti coppe ma vide comunque la partecipazione delle squadre di serie A dei rispettivi paesi, delle solite aree: nel 1961 il Bologna la vinse per la terza volta, mentre nel 1966 fu il turno della Fiorentina. Nel 1979 la riforma che l’ammazzò definitivamente, riservando la partecipazione alle vincenti dei campionati di B-Seconda Divisione della stagione precedente: ad alzare il poco ambito trofeo furono fra gli altri Udinese, Milan, Pisa (due volte), Ascoli, Bari e Torino. Fra il trash anni Ottanta possiamo senz’altro includere anche la semiclandestina Supercoppa Mitropa: idea del presidente del Pisa Romeo Anconetani, che nel 1989 mise di fronte la sua squadra ed il Banik Ostrava, vincitrici delle edizioni 1988 e 1989 della coppa. Partite di andata e ritorno, tanto per non farsi mancare niente. Il 12 aprile a Ostrava vinsero i cechi 3 a 0 mentre il 25 il Pisa ribaltò il risultato: 3 a 0 (gol di Severeyns, Lucarelli e Incocciati) e supplementari. Dove il gol di Basta consegnò la supercoppa al Banik. Rimase l’unica edizione, ma la squadra di Elliott e di Mario Been la onorò. E la Mitropa? Si trascinò fino al 1992, con l’ultimo trofeo alzato dal Borac Banja Luka. Quattro nazioni rappresentate: Ungheria, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Italia (il Foggia di Zeman). Un po’ di malinconia, ma proprio poca. La vera Mitropa era già morta da oltre mezzo secolo.

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