Lakers-Warriors, la bellezza dei Play-In NBA

La sfida fra LeBron James e Steph Curry è quella da copertina nella prima parte della post-season. Che ha innovazioni interessanti...

18 Maggio 2021 di Stefano Olivari

Los Angeles Lakers contro Golden State Warriors, LeBron James contro Steph Curry, è la partita più interessante dei Play-In della NBA che iniziano stanotte, parlando da italiani, fra martedì 18 maggio e mercoledì 19, per concludersi fra tre giorni. Del resto, essendo 6 le partite non è che si possa andare oltre…  Alle 0.30, per chi come noi a quell’ora è di sicuro sveglio, Indiana Pacers-Charlotte Hornets, e alle 3 Boston Celtics- Washington Wizards. Nella notte italiana fra mercoledì 19 e giovedì 20, alla 1.30, Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs, e alle 4 Los Angeles Lakers-Golden State Warriors. Tutto su Sky Sport NBA, in diretta e in differita.

Tutto bello, dice l’amico che sta guardando gli highlights di Cittadella-Monza, ma cosa sono i Play-In? Semplicemente sono un mini torneo, ma proprio mini, fra le squadre arrivate dal settimo al decimo posto nelle rispettive conference, cioè la Eastern e la Western. Si gioca in gara secca e già questo è bellissimo (detestiamo le serie, anche se ne rispettiamo le motivazioni finanziarie) con le vincenti delle partite settima-ottava (quindi Celtics-Wizards e Lakers-Warriors) che vanno nel tabellone dei playoff come settime (sfidando quindi le seconde della stagione regolare, Nets e Suns) e le perdenti che affrontano le vincenti delle partite nona-decima per stabilire chi saranno le ottave del seeding, quindi le avversarie di Sixers e Jazz. Tutto chiaro?

La NBA sta tentando in questo modo di rendere più frizzanti certe partite di fine stagione, usando un’idea che non è nuova e che nel mondo ha preso nomi diversi: McIntyre System in Australia, Page System in Canada. È un sistema che dà qualche chance in più alla quarta squadra come ranking, che nella classica final four verrebbe magari eliminata dalla prima, e che nel Play-In così strutturato si giocherà invece la qualificazione con la seconda. Insomma, un modo per dare una post-season a 20 squadre invece che a 16. Una novità interessante, che magari potrebbe impedire al Verona, al Bologna e all’Udinese di smettere di giocare in febbraio. Magari ne viene fuori una schifezza, ma un tentativo andava fatto. La formula non è complicata, anche se confrontata alla seconda fase della nostra A2, quella con i gironi colorati, nessuna formula sembra complicata.

 

 

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