La resurrezione di Mussini

2 Aprile 2018 di Oscar Eleni

Oscar Eleni in gita di Pasquetta alla Certosa di Pavia per ritrovare la medicina dei semplici, cercare fragole diuretiche, provando a scoprire se esiste la pianta della passione, unico rifugio come urlava dal palco Toni Servillo in Viva la libertà, il bellissimo film di Roberto Andò che infatti hanno visto in pochi. Storia meravigliosa di due geniali gemelli, uno in fuga dalla sua politica dormiente, l’altro folle filosofo che risveglia le coscienze. Ne avremmo bisogno, ma ci manca il regista e, soprattutto, ci mancano gli attori.

Salvato l’agnello, difeso il fronte contro la retorica imperante del buonismo a comando, eccoci in trincea per scoprire che anche lo sport militarizzato da chi ne succhia il midollo, lo sfrutta, lo stravolge, può regalarci momenti che altri mondi neppure ricercano. Sono cinici speculatori, chissenefrega di chi gira intorno disperato. No. Nello sport qualcosa si trova e diventa persino sublime l’esordio americano di Ibrahimovic con un gol da 35 metri. Fino a quando SKY non ha fatto vedere il film sulla sua vita lo consideravamo un leone marino da cui stare lontani, adesso ci piace quasi tutto quello che fa, meno quello che dice. Un po’ come il Balotelli che hanno cercato di venderci come nuovo, assicurando che il giocatore dal grande potenziale già lasciato in parecchie lenzuola, l’ometto con la sedia a sdraio e la piscina piena di brillanti da regalare agli amici, è davvero cambiato. Leggendo i testi della difesa abbiamo visto brindare chi sostiene l’accusa.

Ma torniamo al tocco di classe che può regalare lo sport quando non è cinico e caccia i bari, quelli che portano i presidenti sciocchi dal santone e gli fanno toccare l’amuleto della vittoria. Mistico il distacco dal bellissimo Davide Astori, almeno fino a quando la bestia ha tirato un sasso contro i giovani dell’Empoli al torneo di Viareggio. Straordinario il modo in cui le ex squadre di Emiliano Zapata Mondonico, il ballerino sull’oceano dei prepotenti, hanno onorato questo grande allenatore di pallone: curava la tecnica, ma la cercava nel cuore e nel cervello dei giocatori. Tutto straordinario fino a quando le bestie non hanno assalito il piccolo autobus milanista che stava andando verso lo Juventus Stadium. Illusioni che davano energia, anche vedendo le patetiche cadute del sabato calcistico: teatranti da punire, ma che gli arbitri non hanno il coraggio di smascherare davanti al mondo della VAR.

Forse ci stiamo illudendo che il tocco di classe sia arrivato ad ingentilire anche il basket nostrano, quello dove si confonde tutto, per cercare di proteggere il giocatore italiota, facendo diventare colpevole chi ha tentato e poi ha dovuto arrendersi. Caso emblematico quello del Mussini reggiano tornato dagli Stati Uniti. Lui c’era in campo nella serie negativa d’inizio stagione. Lui non c’era più quando la squadra ha cominciato a rimontare. Ora è stato mandato a Trieste, in A2, una città di super A1 dove tutto sta rifiorendo, cominciando dal porto dove lavora felice Giulio Iellini, per rivedere un po’ tutto dentro se stesso. Non è una bocciatura. Non deve esserlo. Se capirà tornerà dove merita.

Ma dicevamo del tocco di classe. Be’, nella settimana degli esoneri crudeli, delle dimissioni, dei sussulti pasquali, ci sono piaciuti quasi tutti. I subentranti che ringraziavano quelli di cui avevano preso il posto, dal Pozzecco redento al Cedro Galli, nella speranza che Gregor Fucka non si aspetti riconoscenza dai colleghi per quello che fa cercando di istruire i pochi lunghi che sono stati trovati da chi paga gli allenatori delle giovanili 2 euro all’ora. Sicuri che Boscia Tanjevic saprà capire le facce di gomma che ancora non hanno capito che sta lavorando per il bene comune fra gente che non sa cosa sia la riconoscenza. Ci accontentiamo dell’illusione di averlo visto, questo momento magico dove la gente stringe la mano ad altra gente senza la spocchia del guitto che confonde la melma col risotto parlando di politica.

Fragole senza panna alla Certosa guardando nel turno pasquale del basket dove Milano si è goduta la sfida fra eventuali sfidanti al Taliercio. Se aveva dei dubbi ora può dormire tranquilla e non è vero che sarà più forte quando potrà ruotare tutti i suoi giocatori. Senza l’infortunio di Theodore forse Cinciarini avrebbe fatto la fine di Abass e Cusin, per non parlare di Pascolo. Scelte lecite del sor Dondino Pianigiani, lui deve portare alla real casa il terzo scudetto, il resto è noiosa ricerca del pelo nell’uovo. Milano e i suoi 90 punti sicuri nelle mani, il professor Micov in cattedra, diteci chi sono le altre con questo potenziale, magari non ci sarà la differenza punti evidenziata dalla sfida impari con Reggio Emilia, stiamo parlando dei punti prodotti da chi non era in quintetto base, ma più o meno sono tutte in debito. Al Taliercio, dove la Cayenna per i tifosi ospiti resta ben visibile in diretta televisiva, vergogna per tutti, cominciando dalla Lega che, se mandasse in giro osservatori non pagati per mentire, scoprirebbe nefandezze da terzomondo sportivo un po’ in tutti i palazzetti, in questa frenetica sfida veneziana ci siamo resi conto che soltanto una fusione Reyer-Lupi potrebbe davvero disturbare la corsa di Milano verso il 28° scudetto che non è ancora nelle sue mani, come sembra quello del calcio per la Juventus dei primati, perché nel basket i verdetti arrivano dopo play off, azzerando i risultati della stagione.

Ora soltanto Milano può battersi, per peccati suoi di presunzione, come in coppa Italia, mentre le altre dovranno cercare di renderle la vita meno bella di chi ha la fortuna di giocare nel regno di un uomo che ama l’arte, i gatti, anche i randagi in braghe lunghe, e sa cosa è il genio. Avellino, se Lawal progredisce, ha una squadra forse più completa della fanteria leggera reyerina. Brescia è già oltre quello che la gente onesta poteva chiedere a Diana e ai suoi. Le altre sono in un campionato a parte, quello dove dovrà essere considerato un successo entrare nei play off. Fossimo nel quartetto a 24 punti, dove Cremona diverte e Torino si avvelena nella presunzione, mentre Sassari e Cantù hanno problemi diversi, ma comunque problemi difficili da risolvere dentro e fuori dal campo, ci guarderemmo dalla rimonta dei pirati di Caja che a Varese sta cercando una nuova luna e allora farebbero bene a stare di guardia al bidone pure la Bologna sbriciolata da Sacchetti e Trento, anche se Buscaglia è tipo che nelle vasche di ritorno fa affogare molti presuntuosi perché ha la fortuna di stare in una società dove all’allenatore non propongono salvatori della patria, ma chiedono di migliorare i giocatori scelti all’inizio dell’anno. Dovrebbe essere questo il vangelo nelle mani dei tecnici che hanno la forza di tenere i dirigenti fuori dallo spogliatoio.

Pasqua fra i canestri per giovani virgulti. Nel Trofeo delle Regioni dedicato a Rubini la fotografia del sistema perché se una selezione regionale porta in campo squadre che fanno a stento 20, 30 punti, be’ allora non sarà difficile capire dove cominciare nella ricerca del peccato originale.

Per chiudere un messaggio in poesia che ci arriva dalla Cina per tutti i giocatori giovani che hanno il telefonino sempre acceso per sentire cosa ne pensano le troppe mamme che si sono scelti:

Ti prego, non dedicare all’abito dorato

Maggiore cura che ai tuoi vent’anni!

E cogli i fiori al momento opportuno,

per non trovarti in mano rami secchi.

Versi dedicati al Davide Moretti che ora gioca con Texas Tech perché non ci faccia sapere che è aumentato di 7 chili, perché questo non è vero progresso se oltre al peso e ai muscoli non si fanno passi avanti con la tecnica, con il movimento senza palla come dice Ramagli orgogliosamente quando ci parla del “nuovo” Alessandro Gentile che vede il gioco anche se litigherà per sempre con il suo tiro che ha perso naturalezza.

Pagelle dal monastero per farvi digerire in santa pace.

10 Al TONUT visto contro Avellino perché ci aveva fatto prendere paura quell’inizio di stagione, post infortunio, per un talento che in campo sembra avere ritrovato anche la cattiveria che non fu mai del suo talentuosissimo padre.

9 Al professor MICOV che ci ricorda la via europea in un basket dove la dinastia Bodiroga ha ancora tanto da dire. Sì, la sua difesa è rivedibile, molte volte il fascino slavo lo lascia davanti allo specchio, ma quando gioca davvero è un piacere guardarlo. Ci scusino i bomber di casa Armani, ma di loro resterà il ricordo che meritano i fortunati con buona mano, mentre Micov resterà come modello.

8 Alla GRECIA che ha ritrovato 11 mila persone per le partite dell’AEK, il vero colosso ai tempi in cui le italiane, Ignis in testa, dovevano giocare con i fari negli occhi. Ci eravamo abituati a Pana ed Olympiakos, dimenticando l’Aris, ma questo risveglio dice che qualcosa si muove oltre la ricchezza.

7 Alle ragazze della REYER VENEZIA unica squadra italiana, al momento, in una finale di coppa europea. Sì certo potranno arrivarci anche la Reyer maschile ed Avellino, bellissimo se si giocassero loro la Mitropa FIBA, ma intanto celebriamo una squadra femminile nel quarantennale del successo europeo delle stelle GEAS.

6 Al MANCINELLI fortitudino che si è congedato da Matteo Boniciolli come un vero capitano, salutando l’uomo, “persona fantastica” e l’allenatore, “super”, anche se in molti, troppi, non vedevano l’ora che se ne andasse uno che, per fortuna, non imparerà mai dai gretti perché è della stirpe dei tecnici che danno e non prendono dai loro giocatori.

5 Al MARINO presidente di Brindisi se non sarà imitato dai colleghi che stanno vivendo la fase decisiva della stagione tenendo in ballo i loro allenatori. Lui che ha dovuto divorziare da Sandro Dell’Agnello adesso, per fortuna, ci dice che VITUCCI è già confermato per il prossimo anno. Così il futuro non sarà soltanto in mano a chi fa le squadre in conto terzi.

4 Al POETA lottatore che ha cercato di salvare la sua Torino dalla figuraccia contro Pistoia, all’inizio meno 23, accidenti, senza nulla togliere ad Esposito e Mian, se non farà sentire la sua voce in spogliatoio, se non dirà ai geniali costruttori della torre di Babele che certa gente deve fare subito la valigia e andare a Caselle, sperando che non ci sia la nebbia.

3 A Shavon SHIELDS se non chiederà i giusti riconoscimenti in un mondo dove giocatori come questo che ha portato Trento in posizione ideale per stupirci di nuovo, dove uno con le sue qualità come dimostrato l’anno scorso, viene considerato di secondo piano da chi preferisce il fumo alla sostanza.

2 Al TIRO DA 3 che sembra stravolgere il mondo del basket portandolo verso il luna park ed il tiro a segno. Cremona con 14 triple ha steso la Virtus. Le ragazze di Notre Dame, dopo aver fatto fuori il plurimedagliato Auriemma e le sue ragazze di UCONN, si sono prese il titolo NCAA su MISSISSIPI STATE con la prodezza di Anike Ogunbowale che se fosse nata qui non avrebbe neppure potuto giocare a meno di trovare sulla strada un coraggioso come Antonelli.

1 Allo SCOPONE televisivo che ha messo alla stessa ora le dirette di JUVE-MILAN e ARMANI-REGGIO EMILIA. Come è possibile fare tanta confusione, chiedendo una scelta, un masochismo programmatico che meriterebbe almeno l’indagine di un buon psicanalista.

0 Al MUSSINI passato dalla A1 di Reggio Emilia alla A2 di Trieste, se dovesse soltanto per un attimo sentirsi declassato. La strada per arrivare dove lui sognava quando se andò a New York è una salita da fare cercando di capire ed imparare. Avrà visto anche lui che strutturalmente non poteva reggere il peso di questa Reggio che Menetti ha riadattato per non perdere proprio tutto. Ora resta il campo, l’allenamento, la voglia di andare dentro e dimostrare che ci siamo sbagliati tutti su di lui. Lo applaudiremo più degli altri.

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