La periferia dentro

5 Dicembre 2011 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
E’ finalmente uscito Il teppista, il libro di Giorgio Specchia prodotto da Indiscreto. Un attacco veramente sciatto per un’opera straordinaria, che ci recensiamo da soli senza mendicare il favore dall’amico dell’amico. Ringrazieremo i giornali che scriveranno di noi, nessun problema con chi ci ignorerà: non è un complotto contro Indiscreto o contro Specchia, il problema è che escono troppi libri e quasi tutti del temibile ‘collega’ al quale non si può dire di no.

E adesso finalmente parliamo di una storia emozionante che del romanzo ha solo la forma, ma che della Milano e dell’Italia degli ultimi trenta anni ha la tremenda sostanza. La storia di Nino Ciccarelli, personaggio inimitabile e non certo per i dodici anni di carcere effettivamente scontati (con un po’ di impegno in galera ci possiamo finire tutti), ma per le molteplici incarnazioni: detentore del record mondiale di giorni di presenza in aula in un anno scolastico (due, in prima media, con tanto di articolo sui giornali dell’epoca), teppista di Quarto Oggiaro, volontario sulle ambulanze, buttafuori, imprenditore, mille altre cose con alti e bassi, ma conosciuto in tutta Italia soprattutto come ultrà. Rispettato in maniera trasversale da tutte le tifoserie, secondo un codice d’onore che possiamo solo intuire.
Fondatore dei Viking, un gruppo della curva interista, insieme all’autore del libro e ad altri amici, Ciccarelli è stato testimone ed attore protagonista di molti episodi da stadio che hanno fatto epoca: dal ragazzo morto ad Ascoli nel 1988 al motorino bergamasco lanciato dal secondo anello di San Siro nel 2001, passando per tante altre storie finora conosciute solo da pochi. I fatti di Ascoli, per i quali la magistratura ha accertato l’estraneità di Ciccarelli, hanno cambiato per sempre la sua vita: perché in carcere non si conoscono iscritti al Rotary e da cosa nasce cosa. Certo è che gli ultras del calcio non godono di buona stampa, in un mondo costruito per tifosi lobotomizzati e  casalinghi da Playstation. Di sicuro un vetro rotto a margine di una partita ha da noi la stessa importanza mediatica di una città sfasciata per motivi politici. A questo proposito, il libro rende benissimo il disinteresse della maggior parte degli ultras per la politica. Il luogo comune li vuole di estrema destra o di estrema sinistra. Ma invece…
Questo non è comunque uno dei mille libri sul tifo, pieni di dettagli violenti su battaglie mai combattute, né tantomeno un’esaltazione della criminalità o di un certo tipo di machismo. E’ la storia, con il filo conduttore della vita di un ragazzo senza protezioni, di trent’anni della nostra storia. Vissuti incontrando i personaggi più diversi, da Franco Califano all’ex tennista diventato boss delle scommesse, da Ignazio La Russa a Patrizio Oliva, dal terzino pieno di cocaina a Marco Predolin, dal capo dei capi a Chuck Jura. Un elenco completo sarebbe comunque riduttivo, quello che conta è il senso: che è quello di un ragazzo di Quarto Oggiaro che ha davvero vissuto la sua vita, pagando in prima persona per i tanti errori fatti.
L’aspetto generazionale del libro è quello che secondo noi prevale su tutto: chi è nato alla fine degli anni Sessanta e in tutti i Settanta si ritroverà in descrizioni e comportamenti che nessuna sociologia potrà mai spiegare come chi c’era. Un altro pregio del libro è lo stile secco, senza orpelli, che non respinge chi legge ma lo avvolge in un’epoca senza tediarlo con tirate del genere ‘formidabili quegli anni’. Non c’è nostalgia, non c’è autocompiacimento, non c’è rifugio in un passato meraviglioso, non c’è nemmeno il mitico ‘messaggio’.
Per qualche secondo torniamo editori, orgogliosi di non avere sponsorizzazioni né contributi e quindi con lo spettro del fallimento a darci le motivazioni giuste. Di puro passaparola, visto che mentre stiamo scrivendo queste righe non abbiamo ancora acquistato nemmeno un euro di pubblicità su Google e Facebook, in tre giorni abbiamo venduto la bellezza di 800 copie e ne abbiamo distribuite altre 1.200: abbiamo colto lo spirito del tempo, anche se non sappiamo di quale tempo. Diciamo ‘abbiamo’, ma in realtà dovremmo dire ‘Giorgio Specchia ha’. Come tutti i migliori libri, questo nasce dall’urgenza e dalla necessità di comunicare qualcosa. Nonostante un giornalista (Specchia da 15 anni lavora alla Gazzetta dello Sport) sia spesso costretto ad inventare o a ingigantire i fatti, in questo libro di inventato c’è davvero poco.
Tornando alla storia, crediamo che chiunque venga dalla periferia possa identificarsi in Nino. E non ci riferiamo alla periferia rispetto al centro delle città, ma a quella parte di italiani costretti a vivere da outsider senza raccomandazioni, genitori che ti spianano la strada, conoscenze, club e conventicole che in cambio di un voto o della prostituzione intellettuale ti danno le briciole. La periferia non è solo vivere in case tristi abitate da gente triste con prospettive tristi, ma è soprattutto un luogo dell’anima. Possiamo uscire da lei, ma lei non esce mai da te.


stefano@indiscreto.it
(26 ottobre 2011)


IL TEPPISTA – Trent’anni maledetti a Milano, di Giorgio Specchia 
Indiscreto Editore, 160 pagine, 12 euro.

In vendita via web, in libreria e anche in versione eBook.

Per informazioni: www.ilteppista.com

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