Mon amour
Kimberley batte Ungheria
Stefano Olivari 04/05/2007
Dopo la grande partita con l’Argentina passano due giorni e la Francia, già eliminata, invece di pensare a salvare l’onore contro l’Ungheria in un match con nulla in palio, si deve ancora una volta difendere dagli attacchi dei giornalisti del loro paese. L’8 giugno viene fissato un faccia a faccia con la stampa all’Hindu Club: i giornalisti stranieri vengono fatti uscire, insieme ad Hidalgo si presentano 13 giocatori (tra i più importanti mancano solo Tresor e Michel, che rifiutano di partecipare a questa pagliacciata), i temi di discussione sono la smentita delle voci circolate su un presunto ritiro di Hidalgo, il già citato caso degli scarpini, la presenza di un clan all’interno della squadra, un presunto golpe da parte di alcuni giocatori per destituire Hidalgo (!) e come gran finale la soffiata secondo cui ci sarebbe stata una maxirissa tra i giocatori negli spogliatoi…Questo patetico faccia a faccia raggiunge il suo momento più ignobile quando spunta una voce secondo cui un giocatore avrebbe riferito a un giornalista che Didier Six è nient’altro che un imbecille. A questo punto il povero Six, colto di sorpresa dal colpo basso, reagisce con sarcasmo: “Bene, ecco la prima notizia della giornata…possiamo continuare?”. Facendo capire a tutti i presenti in che razza di situazione patetica si stessero trovando i francesi tutti, calciatori e giornalisti. Al peggio non c’è mai fine. Il 10 giugno 1978 è il giorno del leggendario gol di Bettega a Buenos Aires dopo una delle più belle azioni della storia della Nazionale (Antognoni per Bettega che spiazza Fillol dopo un fantastico uno-due con Paolo Rossi), ma al pomeriggio Francia ed Ungheria si giocano l’onore delle armi. Coelho, arbitro brasiliano che di lì a qualche anno finirà con l’arbitrare partite ben più importanti, si trova nel sottopassaggio con due squadre che indossano ugualmente una maglietta di colore bianco. I francesi sostengono di avere una circolare di febbraio secondo cui spetta all’Ungheria cambiare la maglia, gli ungheresi ne hanno una del 31 maggio, che i francesi non hanno mai ricevuto per motivi misteriosi; tocca quindi alla Francia cambiare maglia, perchè gli Ungheresi, pur avendo a disposizione la tenuta di colore rosso, si rifiutano di indossarla, poichè il portiere Gudyar non vuole cambiarsi…(!). Così, mentre Coelho minaccia la sconfitta a tavolino per i transalpini, un dirigente di una squadra amatoriale locale, il Kimberley FC di Belgrano, porta in tutta fretta una muta di maglie in lana pesantissima numerate dall’1 al 16 a righe verticali bianche e verdi. Rocheteau così gioca una partita del mondiale indossando un pigiama col numero 7 e un paio calzoncini col numero 18…La situazione è veramente comica, con gli spettatori che intonano il coro “Kimberley! Kimberley!”. Per l’ultima partita Hidalgo schiera Dropsy, Janvion, Lopez, Tresor e Bracci; Petit, Papi e Bathenay; Berdoll, Rouyer e Rocheteau, facendo quindi giocare almeno mezzora a tutti i giocatori della sua rosa (è un record mai eguagliato); l’Ungheria risponde con Gudyar, Martos, Kereki, Balint, Toth, Nylasi, Pinter, Zombori, Pusztai, Nagy e Torocsik…la Francia vince 3-1 con gol di Lopez, Berdoll e Rocheteau mentre Zombori accorcia per gli Ungheresi. Finisce con il Mondiale 1978 la carriera in nazionale di Papi, Guillou e Bertrand-Demanes, la Francia torna a casa sconfitta ma cresciuta ampiamente sul piano dell’esperienza. La squadra è giovane e ricca di stelle come Platini, Rocheteau, Six, Bossis e Battiston: ci saranno altri Mondiali a loro disposizione per fare sognare tutta una nazione, e per regalare a noi tifosi l’emozione della partita più bella della storia…
Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com