Il tifoso Belinelli

11 Settembre 2013 di Fabrizio Provera

Nel momento della schiacciata di Ale Gentile su Papanikolau, con urlo maddaloniano e cazzimma, abbiamo rischiato di lanciarci – per l’entusiasmo – a peso morto sul parquet della Bonifika Arena di Koper, ma rischiavamo  a) di travolgere Sergio Tavcar, a 5 metri da noi, b) di cagionare danni seri al legno, essendo chi scrive piuttosto robusto. Ma la gioia della vittoria contro la Grecia, e del 5-0 con cui  ci siamo congedati da Koper (a proposito: quanto era pagato, o voi scommettitori compulsivi?), guastata solo dal dolore per quanto sta accadendo agli ellenici del mio amato Poeta Guerriero Trinchieri (adesso è Poeta Guerriero anche per Werther Pedrazzi e il Corrierone, siamo commossi e detentori di un copyright che inorgoglisce..), dev’essere subito archiviata, perché da giovedì ci sono i padroni di casa sloveni (e 12.000 tifosi facinorosi & urlanti), la Croazia del temibilissimo duo Tomic-Bogdanovic e, fortunatamente per ultima (o forse no), la Spagna di Ricky & Ruby, conditi con Gasol junior.

Giunti a questo punto è proibito fare calcoli: anche perdendo tre partite su tre si potrebbe ambire al passaggio ai quarti, ma col rischio Francia di Parker e moschettieri, quindi almeno una partita va vinta per affrontare – suggeriscono i professionisti compassati del pronostico – Serbia o forse, e pare più probabile, Lituania. A nostro modestissimo avviso, visti i valori espressi la prima settimana, meglio Kleiza ed emuli di Sabonis che una Serbia scapigliata ma talentuosissima. Vincere uno o anche due incontri del girone scattato a Lubiana non pare improbo: la Slovenia è riuscita nell’impresa quasi impossibile di perdere contro l’inguardabile Polonia, ha molti giovani ed una pressione casalinga che ad alcuni giocatori potrebbe giocare brutti scherzi. La Croazia è stata anch’essa altalenante e scostante, pur avendo il consueto tasso di classe e QI cestistico innato in qualsiasi successore del supremo Drazen Petrovic (a proposito, vi siete goduti l’espulsione di Aza Petrovic, coach della Bosnia, contro la Macedonia di Mc Calebb e Antic? Mentre voleva strangolare l’arbitro, negli occhi ci è parso di rivedere lo stesso fuoco dell’indimenticato fratello..). La Spagna, vista a giorni alterni per un totale di circa 5 quarti interi, può imprimere – come detto da Simone Pianigiani– accelerazioni pazzesche e break offensivi mortiferi per chiunque. Abbiamo visto fare da Rubio cose che pochi umani si immaginerebbero, inoltre Rudy Fernandez  è molto più emotivamente dentro al gioco europeo di molte presunte stelle d’importazione Nba.

Noi diciamo che l’Italia passerà, poi i pronostici – dai quarti, quindi partite secche ed eliminazione diretta – diventeranno del tutto impossibili. Arriviamo a Lubiana con tanta convinzione, il timore degli avversari, l’umore a mille, 72 ore senza altre partite (determinante) e la consapevolezza di avere un coach, Simone Pianigiani, che dopo la terribile esperienza turca ha mostrato tutto il suo valore e l’incredibile, perfetta gestione mentale dello spogliatoio e del gruppo. Quel gruppo cui tutti si richiamano, che spinge Marco Belinelli a passare molti dei 40 minuti di Italia-Svezia, benché inutile e con lui in panchina a riposare, quasi tutti in piedi a incitare i compagni. Abbiamo le 4 punte d’attacco di cui ha parlato Luca Chiabotti sulla Gazzetta, ma soprattutto la sfrontatezza e la cazzimma di Ale Gentile e Niccolò Melli; abbiamo il Cusin meno falloso degli ultimi anni, che quando è in vena gioca a fare il Vrankovic, un Cinciarini sempre più sorprendente, Rosselli, Poeta e Vitali utilissimi e operaisti. Marco Belinelli, rispetto al 2011, è un altro giocatore e forse soprattutto un’altra persona. Del resto se è passato da San Giovanni Persiceto a San Antonio, alla corte di Gregg Popovich, una ragione ci dev’essere. Noi, vedendolo da vicino per 4 partite di fila, l’abbiamo capita quella ragione. Insomma, al momento nessun obiettivo ci sembra precluso. Siamo gli unici imbattuti tra le 24 migliori squadre d’Europa. Scusate, ma chi di voi l’avrebbe mai detto solo due settimane fa?

Fabrizio Provera, da Capodistria

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