Il presidente stava dormendo

6 Marzo 2008 di Stefano Olivari

CHI SI RIVEDE – A parte il solito Federer (striscia vincente a quota 41 con 7 tornei consecutivi), la settimana tennistica ha rispolverato nomi che sembravano un po’ perduti. Ad esempio quello dei due fidanzati Carlos Moya e Flavia Pennetta, arrivati entrambi in finale ad Acapulco anche se poi sconfitti da Chela e dalla Loit. Finita la lunga serie di infortuni, questo vale in particolar modo per la Pennetta, i due sembrano finalmente tornati al livello che compete loro. E soprattutto per Flavia, a 25 anni, sembra arrivato il momento di decidere cosa fare da grande: la scelta è tra una top ten o una buona comprimaria. Lei opta per la prima ipotesi: diamole credito, ancora per un po’ almeno. CHISSA’ SE L’HA VISTO – Sempre ad Acapulco c’è stata la vittoria di Potito Starace in doppio con l’ex argentino, ora ex italiano e di nuovo argentino Vassallo Arguello. La notizia è positiva a un mese dalla sfida di Davis contro Israele, squadra che proprio sul doppio Erlich-Ram basa buona parte delle speranze di vittoria. Noi invece, in questo momento, abbiamo Volandri non pervenuto (ha male a una spalla e poi, si sa, a lui il cemento non piace…), Seppi in crisi in singolare e figuriamoci in doppio, Galimberti infortunato. Ci resta dunque la scelta obbligata, anche perché Bracciali e Starace si conoscono bene e sarebbero facilmente amalgamabili, ma resta da conoscere il parere di Barazzutti. Chissà insomma se il nostro ct ha visto giocare Potito ad Acapulco: qualcuno sa se il torneo era trasmesso sul digitale terrestre? CHI SI RIVEDE/2 – A Las Vegas invece ecco che resuscita Lleyton Hewitt: la vittoria su Melzer vuol dire aver conquistato un titolo Atp per il decimo anno di fila. Numeri da campione insomma che, se uniti al fatto che l’australiano è stato anche numero uno al mondo prima dell’arrivo di Sua Maestà Roger, dovrebbero mettere Hewitt tra i grandi del nostro sport preferito. E’ forse è così, ma chi sarebbe pronto a giurarlo? Sarà per quel suo gioco un po’ sempre uguale, sarà perché Federer ha spazzato via tutti, sarà perché il suo carattere è quello che è, ma Hewitt non è ancora entrato nella Hall of Fame del tifo mondiale. E a 26 anni ormai l’impresa diventa difficile. COME VOLEVASI DIMOSTRARE – Ci sarebbe da ridere se la cosa non fosse seria. A Las Vegas riecco i famigerati round robin: succede che nel gruppo con Blake (americano, notate bene), Korolev (russo, notate bene) e Del Potro, ad un certo punto accade il fattaccio. Cioè: Korolev batte Blake, poi Blake batte Del Potro che si ritira sul 6-1, 3-1. A questo punto chi passa il turno? Korolev, direte voi, vincitore dello scontro diretto. E invece no: il direttore del torneo stabilisce che Blake avrebbe vinto 6-1, 6-1 ed è quindi in vantaggio sul russo per il conteggio dei giochi vinti e persi. Segue putiferio, con comica finale: il geniale presidente dell’Atp Etienne De Villiers (foto), l’uomo che pensa di essere ancora a Disneyland, dà ragione agli americani, poi fa marcia indietro ammettendo di avere sbagliato perché era stato chiamato a sera tarda e non aveva “capito bene il problema”. Insomma: lui non c’era e se c’era dormiva. E alla fine l’ineffabile chiosa: “Ci sono dei regolamenti che tutti devono rispettare. Me compreso”. Già: e se De Villiers cominciasse a rispettare anche il tennis? SE CI VOLETE PROVARE – L’appuntamento è su e-bay lunedì 12 marzo: all’asta verrà messo un frigorifero della Indesit firmato da Roger Federer durante l’ultimo Masters di Shangai. I proventi andranno alla fondazione dello svizzero che si occupa di progetti benefici in Sudafrica: ai soldi raccolti verranno aggiunti quelli che la Indesit stessa ha stanziato moltiplicando per dieci i punti ottenuti da Roger nell’Atp Race 2006. Insomma: se per caso avete un buco libero in cucina…

marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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