Mon amour
Il gol dichiarato di Platini
Stefano Olivari 30/03/2007
Dopo aver raccontato del Saint-Etienne di Herbin, del Bastia di Papi e delle altre squadre di club francesi che negli anni Settanta stupirono l’Europa facciamo un passo indietro e torniamo alle qualificazioni per i Campionati Europei del 1976. La Francia è nel girone 7 con Belgio e Germania Est: i Bleus perdono entrambe le trasferte per 2-1 e in casa pareggiano 2-2 con i tedeschi e 0-0 con i belgi. La delusione è tanta e a fine 1975 i vertici della Federazione decidono di esonerare l’allenatore Stefan Kovacs. A partire dal primo gennaio 1976 la nazionale francese viene affidata al 43enne Michel Hidalgo, già giocatore dello Stade Reims (segnò nella finale di Coppa Campioni 1956 con il Real Madrid il gol del momentaneo tre a due francese) e del Monaco. Hidalgo è un allenatore di grandissimo carisma amatissimo dai propri giocatori, e nel corso degli anni costruirà una delle più forti squadre di sempre, il cui gioco offensivo sempre molto spettacolare resterà impresso nella memoria con il nome di “calcio-champagne”, per una volta definizione azzeccata. Hidalgo già a partire dalla prima amichevole, il 27 marzo 1976 contro la Cecoslovacchia (che 3 mesi dopo vincerà il titolo europeo) decide di puntare su un nucleo di giocatori molto giovani, che di lì a qualche anno formeranno stabilmente l’ossatura della nazionale. Quel 27 marzo al Parco dei Principi il c.t. fa debuttare molti giocatori perchè il blocco degli Stephanois, reduce dalla leggendaria vittoria contro la Dinamo Kiev, viene tenuto a riposo. Gli esordienti sono Robert Pintenat e Gilles Rampillon, che faranno perdere molto presto le loro tracce, Patrice Rio, figlio d’arte, è un difensore centrale del Nantes (ne diverrà una bandiera in 14 anni di militanza) e la sua carriera in nazionale (17 presenze) sarà più che dignitosa. Quel giorno però debuttano altri tre giocatori di 21 anni che segneranno la storia del calcio francese per un decennio: Didier Six, un’ala mancina velocissima (di cui abbiamo già raccontato) e Maxime Bossis, difensore longilineo di grandissima classe e correttezza (un giallo in tutta la carriera), asso del Nantes destinato a diventare uno dei migliori difensori d’Europa. L’ultimo degli esordienti è un giovane e talentuoso regista del Nancy; i pochissimi tifosi presenti sugli spalti (circa 20 mila, metà dei quali sono bambini delle scuole parigine invitati dalla Federazione) non sanno ancora di assistere al debutto di uno dei più grandi calciatori della storia. Il 27 marzo 1976 al Parco dei Principi fa infatti il suo esordio con la maglia della nazionale Michel Platini. Nonostante sia solo l’inizio della primavera, Platini è già al 54° match stagionale (gioca col Nancy A, la squadra amatoriale, la giovanile e con la nazionale militare) per cui dovrebbe giocare solo un tempo. “Preferirei il primo, ma non per apparire sulla foto”, dice. Platini sulla foto non solo ci va ma gioca anche tutti i 90 minuti. La Francia passa al 17′ con Soler, poi al 73′ viene fischiata una punizione dal limite. Il capitano e specialista Henri Michel si porta sulla palla, ma Platini gli si avvicina e gli sussurra in un orecchio “Tu me fais un petite passe laterale, je lobe toute le monde e je marque”, e così è: 2-0 per la Francia. Intervistato nel dopopartita sull’aneddoto Platini mostra subito di essere un genio anche fuori dal campo: “Credo che i gol dichiarati dovrebbero valere doppio”. In verità la partita è terminata 2-2 perchè i cechi hanno pareggiato nel finale, ma al Parco dei Principi è incominciata l’era Platini: chapeau. Già nel 1976 Hidalgo ha in mente la squadra del futuro: fa esordire moltissimi giocatori tra i 20 e i 23 anni, sei anni dopo al Mundial 1982 i ritocchi alla squadra saranno minimi. Il portiere è però un tasto dolente: si alternano André Rey del Metz, Dominique Baratelli del Nice (3° come record di presenze in Ligue 1), Dominique Dropsy dello Strasburgo e Jean-Paul Bertrand-Demanes del Nantes; nessuno convincerà mai veramente Hidalgo. La difesa, al contrario, è praticamente definita; della “Garde-Noire” composta dai colored Jean-Pierre Adams e Marius Trèsor viene confermato solo il secondo, fuoriclasse assoluto (Adams entrerà tragicamente in coma nel 1982 in seguito ad un’anestesia per una banale operazione al ginocchio, ancora oggi è ricoverato in queste drammatiche condizioni); al suo fianco si alternano Patrice Rio e Christian Lopez del Saint-Etienne. Sulle fasce i titolari sono Bossis e Gerard Janvion, e la prima alternativa è Patrick Battiston, un fluidificante di grandissimo talento che milita nel Metz ed esordisce in nazionale a soli 20 anni (Hidalgo non ha paura a lanciare i giovani promettenti, una costante). A centrocampo, protetto dai due Verts Christian Synaeghel e Dominique Bathenay, Michel Platini incanta tutti con la sua classe, mentre Jean-Marc Guillou, esperto regista del Nice, è una valida alternativa. Davanti Hidalgo prova una dozzina di giocatori (Dalger, Amisse, Zimako, Rouyer…solo per citare i più importanti) ma il tridente su cui lui punta di più, e che nel tempo verrà confermato, è quello composto da Rocheteau (quando sta bene) e Six sulle ali, e Bernard Lacombe, vero uomo d’area “alla Pulici” in mezzo. Intanto il Saint-Etienne perde la finale a Glasgow per colpa dei pali quadrati, come abbiamo visto. Arriva l’autunno e incominciano i match di qualificazione per il Mondiale di Argentina 1978: la Francia è sorteggiata nel gruppo 5, con Bulgaria e Irlanda. Una grande storia sta per cominciare.
Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com