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Il finto ritiro della Kawasaki

Stefano Olivari 12/01/2009

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Non far mai sapere al­la mano destra ciò che fa la sinistra. Questa sembra essere la filo­sofia adottata dalla Kawasaki nel tormen­tone natalizio del ”mi ­ritiro- non- mi ritiro”. Così mentre con uno stringato comunicato (…) Yoshio Kawamu­ra, managing director di Kawasaki Motors racing B.V., sembra to­gliere ogni speranza agli appassionati della marca di tutto il mon­do, annunciando un ri­tiro atteso, temuto ed a lungo rimandato, nello stesso seppellisce nel testo della missiva un messaggio criptato. Quando infatti dice che la Kawasaki ha deciso di sospendere la sua attività all’inter­no della MotoGP nel 2009, lascia infatti la strada aperta ad un ri­torno, e dove aggiunge che allocherà le risor­se in modo più efficien­te, ammette implicita­mente che le due verdi Kawasaki rimarranno in pista a combattere. Purché qualcuno si faccia carico degli oneri finanziari neces­sari per affrontare la stagione, naturalmen­te. In pratica Kawamura ci infor­ma che l’attuale situazione finanzia­ria della MotoGP, dove tro­vare sponsor è un’im­presa ed i salari dei pi­loti sono trascinati ver­so l’alto dalla quasi imbattibilità di Valen­tino Rossi, non soddi­sfa la Kawasaki che passa la mano in atte­sa di tempi migliori. A chi? Per il momento ­all’at­tuale team manager, Michael Bartholemy. Un ritiro di facciata, dunque, le cui modali­tà probabilmente sono state determinate dal­la necessità di non pa­gare le pesanti penali fissate dal contratto che legava l’industria giapponese alla Dorna sino al 2011. A questo punto, però, non si ca­pisce perché annun­ciare il ritiro… a meno che ciò non serva per azzerare contratti in essere troppo onerosi. Da oggi in poi, infatti, salve le eventuali ri­valse legali di Hopkins e Melandri, John e Marco dovranno ridi­scutere gli accordi con il nuovo soggetto giuri­dico. A pensare male, si sa, si fa peccato…ma molto spesso ci si pren­de.
(Fonte: Paolo Scalera, Corriere dello Sport di sabato 10 gennaio)

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